Davide ha avuto la meglio contro Golia. I docenti hanno «vinto» sul gigante chiamato Università degli Studi di Milano, i loro diritti sono stati garantiti e il «no» pronunciato dallateneo respinto. Il 30 giugno scorso infatti il Tar della Lombardia ha accolto il ricorso «collettivo», presentato da 37 docenti della Statale nel 2009 contro la loro università. Oggetto del contendere il diritto dei docenti al riconoscimento dellattività svolta per la Statale in qualità di tecnici laureati e laccertamento del loro diritto al riconoscimento delle varie tappe svolte ai fini della ricostruzione della carriera.
Facciamo un passo indietro: i 37 professori partecipano ai concorsi riservati dallateneo ai tecnici laureati per diventare «ricercatori confermati». Li superano e nel 2009 presentano la domanda per il riconoscimento del «servizio pre ruolo», ovvero un riconoscimento di anzianità di servizio, come prevede larticolo 102 del dpr 382/1980, che prevede anche il riscatto dei contribuiti e il riconteggio dello stipendio. Ma lamministrazione di via Festa del Perdono respinge la domanda sulla base del fatto che il diritto sarebbe estinto per prescrizione. Secondo, lateneo, infatti, trascorsi 5 anni dalla data in cui a ciascun docente era stata comunicata la conferma del ruolo di ricercatore, il diritto «al riscatto» decadrebbe. I 37 docenti fanno ricorso al tribunale amministrativo.
Il 4 dicembre 2009 la causa viene rinviata al merito, e finalmente il 30 giugno la prima sezione del tribunale amministrativo regionale della Lombardia si esprime a favore dei 37 docenti. Innanzitutto secondo i giudici amministrativi «il diniego opposto dellamministrazione universitaria non poggia su ragioni sostanziali, ma esclusivamente sulla intervenuta prescrizione quinquennale del diritto». «Il quarto comma dellarticolo 103 del dpr 382/1980 - si legge nella sentenza - deve quindi essere interpretato nel senso che il termine di un anno non deve ritenersi perentorio. Del resto è la stessa amministrazione a riconoscerne la non perentorietà negli atti impugnati». Luniversità ha presentato una difesa contraddittoria, «la tesi della prescrizione quinquennale non pare al Collegio condivisibile».
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