La strada è ancora lunga. Trovare l'intesa sulla riforma del mercato del lavoro è tutt'altro che facile. La stessa idea di avere una posizione comune da parte dei sindacati resta ancora un'utopia. La Cgil sembra incapace di scostarsi, anche solo di un millimetro, dalle proprie convinzioni: nonostante i tentativi di mediazione messi in campo dal leader della Cisl Raffaele Bonanni, Susanna Camusso non intende cedere nella difesa di quello che è convinta essere un "diritto inalienabile di ogni lavoratore". Secondo Repubblica, infatti, a sbloccare la trattativa dall'impasse ci avrebbe pensato il presidente del Consiglio Mario Monti incontrandosi, qualche ora prima di volare negli Stati Uniti da Barack Obama, con la Camusso per trovare "un compromesso sulle misure che l'esecutivo varerà entro marzo". Una notizia subito smentita, con violenza, dalla stessa Cgil che accusa il quotidiano: "Qualcuno vuole far saltare confronto?".
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha confidato che "questa discussione si concluderà con un accordo". Proprio ieri il primo inquilino del Quirinale ha voluto sgombrare il campo da un possibile incubo Grecia auspicando di non vedere forme di protesta "seppur ordinate e legittime" né tantomeno fuori "dal solco della legalità" tali da non poter essere tollerate. Ma di divisioni ne restano ancora molte. Durante il presunto faccia a faccia tra Monti e la Camusso, avvenuto a detta di Repubblica in "campo neutro", i temi principali dovrebbero essere stati la riforma del lavoro e le eventuali modifiche all'articolo 18. Sin dal proprio insediamento, infatti, l'esecutivo va chiedendo ai sindacati maggiore flessibilità in modo da far ripartire l'economia italiana seriamente indebolita dalla crisi economica. Nell'incontro "segreto", il capo del governo e la leader della Cgil non avrebbero buttato già "un testo definitivo", ma avrebbero convenuto sulla "disponibilità reciproca a chiudere nei tempi stabiliti un'intesa". La dead line, a quanto pare, resta il mese di marzo. Secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro, però, i due avrebbero tracciato un paio di direttrici principali: si lavorerà a una "normativa che sospenda e non cancelli l'articolo 18 per chi esce dal precariato" e si imposterà la discussione attraverso una "interpretazione meno rigida del principio di 'giusta causa' da parte dei tribunali del lavoro".
Quanto c'è di vero nel retroscena descritto da Repubblica? Impossibile dirlo. Il sindacato e Palazzo Chigi smentiscono con fermezza negando catogoricamente l'incontro segreto fra il premier e il proprio segretario nazionale: "E' assolutamente infondato". Non solo. Affidando la smentita a su twitter, la Cgil parla di "grave invenzione". "Le nostre posizioni sull’articolo 18 sono note e stranote - ribadisce il sindacato - qualcuno vuole far saltare confronto?". Secondo la Cgil, al presidente del Consiglio spetta un compito arduo. Tuttavia, questo non si tradurrà in un "sì" incondizionato a tutti i provvedimenti a "prescindere dalle proprie idee". La smentita, tuttavia, non è abbastanza. Tanto che le forze politiche in parlamento chiedono un chiarimento. Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, spiega che "il sotterfugio complica le cose" e invita a decidere al più presto la linea da tenere. Anche il leader Idv Antonio Di Pietro va all'attacco: "Chi mente tra Ezio Mauro e Monti?".
Ad ogni modo le fratture non dividono soltanto l'esecutivo tecnico e la frangia più estrema della Triplice. Lo stesso fronte sindacale sembra infatti fortemente diviso. A non piacere affatto alla Cgil è la proposta, ribadita anche ieri da Bonanni (e peraltro molto simile a quella avanzata da esponenti democratici come Stefano Fassina ed Emilio Gabaglio), di "agganciare la disciplina dei licenziamenti individuali per motivi economici a quella già prevista per i licenziamenti collettivi". Una modifica che, a detta della Camusso, permetterebbe in ogni caso di "mantenere tutta la validità della norma contro abusi e discriminazioni".
Ad ogni modo, come ricorda anche TgCom24, Monti mira a ottenere una risposta unica da parte dei sindacati: mercoledì si terrà un nuovo round al ministero del Lavoro. L'obiettivo, ripetuto anche dal ministro del Welfare Elsa Fornero, è quello di trovare un'intesa. Entro (e non oltre) la metà di marzo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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