da Milano
Nella classifica delle liberalizzazioni in Italia il settore del lavoro si piazza molto in basso. Guardando lindice elaborato dal think tank liberale Istituto Bruno Leoni si vede che sulle politiche del lavoro il nostro Paese è ben lontano dalle eccellenze europee. Fatto 100 il rank della nazione che rappresenta il modello di scelte liberiste in questo settore, cioè la Gran Bretagna, lItalia raggiunge solo un misero 35, quindici punti in meno rispetto alla classifica dellanno scorso. È il peggiore risultato in tutto lindice, se si eccettuano i servizi idrici dove la mancanza di infrastrutture e gli enormi sprechi portano lItalia a voto pari a 27.
Sul pessimo piazzamento in materia di Welfare incidono negativamente, fanno sapere dal Bruno Leoni, il «ridimensionamento» della legge Biagi fatto dallultimo accordo sindacale con il precedente governo. Un esempio: labrogazione dello staff leasing che consentiva alle imprese di rivolgersi ad Agenzie per il lavoro autorizzate per la fornitura di lavoratori a tempo indeterminato. Oppure la cancellazione del lavoro intermittente, che consentiva - in alcuni casi o con alcune categorie di lavoratori - di stipulare contratti a chiamata, i cosiddetti job on call. In generale lItalia riceve una valutazione molto negativa per i nuovi vincoli alla estinzione dei rapporti di lavoro. Tra questi, segnalano gli esperti del Bruno Leoni, la disciplina delle «dimissioni volontarie» introdotta dal governo.
Lavoro, Italia agli ultimi posti: «Servono più liberalizzazioni»
LIndice del «Bruno Leoni» boccia il nostro Paese
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.