ROMA - Per molti italiani lavorare all'estero non è più tabù. È quanto emerge dal Work Monitor Randstad che analizza il mercato del lavoro in 29 nazioni secondo cui oltre il 76% degli intervistati è convinto che vi sarà un crescente flusso di lavoratori italiani oltre le frontiere nazionali. Solo il 38% degli americani invece pensa di «emigrare» per trovare lavoro.
Altro dato che emerge dal Work Monitor Randstad è che ben il 64% dei lavoratori italiani testimonia di avere sviluppato maggiori competenze nell'ultimo anno, seppure in assenza di un adeguato riconoscimento da parte del datore di lavoro. Un aspetto, questo, che denota che, a dispetto di un contesto non sempre favorevole, il lavoratore italiano delinea un profilo di sé ad alto contenuto qualitativo, in una sorta di pienezza e maturità professionale che, però, talvolta può trasformarsi in frustrazione.
L'ambizione dei lavoratori italiani è un altro aspetto che emerge dall'analisi Randstad: ricoprire una posizione di maggiore responsabilità sembra essere un'aspirazione molto diffusa e lo testimonia il consistente segmento di intervistati (40%) che dichiara di essere disposto ad assumere funzioni di maggiore responsabilità anche a parità di remunerazione. A ciò va aggiunto anche l'82% del campione italiano (un dato significativamente superiore ai colleghi stranieri) che aspira attivamente alla promozione professionale, soprattutto nel settore privato e nella fascia d'età più progettuale (35-44 anni), senza distinzioni di genere.
Lavoro: italiani ambiziosi e disposti ad «emigrare»
Lo rivela il «Workmonitor» Randstad.
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