Lavoro nero, edilizia e pubblici esercizi i più irregolari

Lavoro nero, edilizia e pubblici esercizi i più irregolari

Sono andati a «ispezionare» pure i contratti delle standiste del Salone Nautico e di Euroflora. Le prime tutte in regola. Le seconde no. Tuttavia, per entrambe le manifestazioni fieristiche, sono stati riscontrati molti irregolari nel comparto del montaggio e smontaggio degli stand. In buona sostanza a lavorare in nero sono stati gli operai, che insieme ai colleghi dell’edilizia e agli impiegati nel settore dei pubblici esercizi (bar, ristoranti, pizzerie, alberghi) risultano le categorie meno tutelate e più colpite dal lavoro nero.
Gli «007» della Direzione territoriale del Lavoro di Genova e gli investigatori del nucleo Carabinieri Direzione del Lavoro, ieri hanno presentato i dati dell’attività ispettiva svolta nel capoluogo ligure nel 2011. L’80% dei lavoratori irregolari o privi della benché minima copertura previdenziale ed assicurativa, sono operai, camerieri, baristi, pizzaioli. Su 1974 aziende ispezionate, nel 71% dei casi (1.414 aziende) sono stati riscontrati illeciti di natura amministrativa in merito alla gestione del personale. La percentuale cala al 60% se si calcolano le irregolarità a livello regionale ovvero 3.026 su 5.080 aziende controllate. Il numero dei lavoratori in nero è molto alto: soltanto nella provincia di Genova ne sono stati accertati 1.284, dei quali 1.050 sconosciuti alla Pubblica Amministrazione.
In Liguria i lavoratori irregolari sono risultati 3.663, ma quelli del tutto in nero sono stati «solo» 1.778. Nel capoluogo sono stati trovati al lavoro nero 185 extracomunitari clandestini, privi di permessi di soggiorno: albanesi, ecuadoriani, rumeni e pochi maghrebini. «Uno strumento di particolare rilievo - spiegano gli 007 del ministro Fornero e i Carabinieri del nucleo specializzato - è rappresentato dal potere di sospendere l’attività imprenditoriale fino al ripristino della legalità, in tutti i settori economici, qualora vengano accertate gravi violazioni. In tal senso, nel 2011 abbiamo adottato 401 provvedimenti di sospensione in tutta la provincia di Genova, mentre nella regione i provvedimenti sono stati 564 con un incremento del 69 per cento rispetto al 2010».
La Direzione territoriale del Lavoro su Genova ha quindi incassato oltre 3 milioni e mezzo di euro per sanzioni amministrative, con un incremento del 300% rispetto all’anno precedente. Sulla Liguria, l’importo è stato di quasi 4 milioni e 400mila euro, con un incremento del 253%. «In molti casi - aggiungono gli ispettori - abbiamo svolto la nostra attività insieme ai carabinieri che, anche attraverso accessi notturni nelle aziende, hanno riportato la legalità nel tessuto sociale genovese.

Gli obiettivi sono stati individuati in stretta collaborazione con il Comando Provinciale di San Giuliano. Abbiamo quindi organizzato o partecipato ad una serie di incontri con Inail, Regione, Asl, Camera di Commercio, Inps, Agenzia delle Entrate, Confindustria e Università genovese».

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