La middle class italiana deve attendere ancora. L’ipotesi che nella prossima manovra di bilancio ci siano tagli alle tasse per chi guadagna più di 50.000 euro l’anno si allontana. In questa rubrica, il 19 ottobre scorso, si era riportata l’idea di un abbassamento dell’aliquota Irpef da 35 a 33% fino ai 60mila euro. Ma le ultime previsioni lo escludono, lasciando viva solo l’ipotesi di tagliare l’aliquota senza allargare lo scaglione tra 28 e 50mila euro. Già da sola questa operazione costa 2,5 miliardi, da trovare nel bilancio pubblico. E più di così difficilmente si potrà andare. Per chi dichiara tra 29 e 50mila euro il beneficio sarebbe tra i 20 e i 440 euro l’anno. Ma con il rischio di sterilizzare gli effetti per chi dichiara più di 50mila, tramite minori detrazioni, abbassando così il costo per lo Stato.
Interventi “chirurgici” sull’Irpef sono l’ideale per dare respiro alle classi medie. Il problema è che non si riesce ad alzare il tiro sulla fascia alta di questo ceto medio, che sarebbe poi quello in grado di ridare allo Stato tasse (indirette come l'Iva) e Pil attraverso maggiori consumi e investimenti.
Il motivo è che anche la prossima finanziaria, ha preannunciato il ministro Giorgetti, sarà all’insegna della “ferma e prudente responsabilità”. A dettare la linea è la volontà di limitare il deficit al 3% già quest’anno, per uscire dalla procedura d’infrazione prima possibile - evento più che mai opportuno anche guardando ai problemi francesi che possono portare nuova instabilità sui mercati - per poi calare a 2,8% nel 2026 e 2,3% nel ‘27.
Tutti risultati che, se raggiunti, saranno merito proprio del tartassato ceto medio. Lo certifica anche quest’anno l’osservatorio Itinerari Previdenziali, che ci ricorda come quel 72,3% dei contribuenti con meno di 29mila euro dichiarati versa solamente il 23,1% dell’Irpef. Mentre chi è sopra ai 50mila euro copre il 44,3% del gettito. Sono poco più di 3 milioni di contribuenti che, con la sterilizzazione di cui sopra, rischiano anche la beffa di non beneficiare per nulla del taglio previsto. E di continuare a pagare sanità e istruzione per tutti.
Fa bene il governo a tenere la barra diritta sui conti pubblici, e pure ad aiutare i più deboli.
Noi ci auguriamo però che a favore di questa middle class così utile a tutti si apra un credito che, prima poi, venga rimborsato. Se questa maggioranza intende durare a lungo, e ne ha la possibilità, si assuma anche la responsabilità di distribuire a chi ha contribuito ad accumularlo, il dividendo incassato in termini di stabilità politica.