Roma

Il laziale Rutelli si fa augurare in bocca al lupo da capitan Totti

Il conto alla rovescia per il Campidoglio rischia di rivelarsi angoscioso per il candidato che era partito con i favori del pronostico, cioè Francesco Rutelli. In questi ultimi giorni qualcosa ha indotto il vicepremier di Prodi a lanciarsi in una serie di iniziative contraddittorie che potrebbero rivelarsi controproducenti nelle urne. Rutelli, dietro il sorriso studiato, tradisce più di un nervosismo. Da che cosa dipenderà tanta agitazione? Forse dai sondaggi che, pur essendo vietati per legge in questo periodo, i politici di tutti gli schieramenti continuano a farsi fare. O, più probabilmente, dalla strisciante e sistematica minaccia di voto disgiunto da parte della Sinistra arcobaleno. Non è un mistero che molti tra i potenziali alleati di Rutelli abbiano già dichiarato la loro preferenza per Franco Grillini. Non si spiegherebbero altrimenti le continue excusationes non petitae da parte di esponenti ufficiali della Sa come il segretario Prc Franco Giordano che ieri è tornato sull’argomento per rassicurare il «suo» candidato.
È per questo che Francesco Rutelli è stato costretto a promettere tutto e il contrario di tutto. «Sgombereremo il campo nomadi Casilino 900» ha tuonato nei giorni scorsi in risposta all’allarme lanciato persino dai Volontari di Don Orione. Qualche giorno dopo, però, messo sotto schiaffo dall’ultrasinistra, ha dovuto operare un rapido dietrofront: «Sarò anche il sindaco dei Rom e sono pronto ad aprire un confronto positivo con le comunità di nomadi presenti a Roma». Nel giro di poche ore, il difensore della legalità a caccia di voti nell’elettorato moderato, è diventato il garante dell’accoglienza per tutti e del «no» alle espulsioni. Analogo trasformismo (è storia di ieri) sul fronte dell’emergenza abitativa: prima un deciso «no» alle occupazioni abusive; poi, di fronte ai fatti, tanti distinguo, un po’ di imbarazzo e un grazie a «Tarzan», l’esponente di Action candidato della Sa che punta la sua campagna elettorale sulle okkupazioni.
È vero che la politica è l’arte del possibile, ma se c’è una cosa sulla quale è quasi impossibile scherzare, è la fede calcistica: la squadra del cuore è come la mamma, l’unica cosa che non si può cambiare nella vita. Rutelli è riuscito a scivolare pure su quest’argomento. Lui, da sempre laziale “sfegatato” ha sollecitato il capitano della Roma Francesco Totti a mandargli una lettera che si conclude con «In bocca al lupo per la tua partita». Altro che «odiati cugini».

Così è riuscito a oltrepassare il segno perché quest’ultimo goffo tentativo di acquisire consensi gli farà, invece, perdere i voti sia dei biancazzurri che lo accuseranno di essere un «venduto», sia dei giallorossi che, ben che vada, lo considereranno tutt’al più un fastidioso opportunista.

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