Dimmi il Vip che ti sostiene e ti dirò chi sei. Sulla scacchiera delle Regionali laziali che vede opposte le regine Emma e Renata, la parte del leone la fanno - come è prassi da qualche turno elettorale a questa parte - le «Pds», le Personalità di Spicco. Campioni, istrioni, piacioni: tutta una schiera di celebrità pronta a mettere in campo volto e nome per difendere la regina bianca o la regina nera, Bonino o Polverini.
Certo, se i voti fossero proporzionali ai Vip, non ci sarebbe partita. Scacco matto per la Bonino senza neanche darsi la pena di una buona «apertura». Nella sua squadra, infatti, stanno accorrendo artisti di ogni tipo. In prima linea, quelli che con le Liste radicali si sono pure presentati, come il regista Tinto Brass, il ballerino-attore Raffaele Paganini e il cineasta preferito dalla sinistra, Marco Bellocchio. Il primo, boccaccesco cultore del cinema rétro (nel senso anatomico più che cronologico), ha tappezzato Lombardia e Veneto di manifesti porcellosi abbelliti da natiche abbondanti con lo slogan «Meglio un culo che una faccia da culo»; il secondo, invece, corre nel Lazio; il terzo, infine, dopo la militanza maoista nell’Unione comunisti italiani e la candidatura con la Rosa del pugno alle Politiche 2006, corre in Emilia Romagna in nome dei «principi laici»: Pugni in tasca e voglia di battersi.
Se i pedoni si mettono in gioco, a guardare le spalle alla truppa boniniana ci pensano le torri. Scrittrici tetragone e puntute, fortificate dalla solidarietà femminile e dalla cultura, si spendono per lei due monumenti della cosiddetta «Generazione degli anni '30»: Rosetta Loy e Dacia Maraini. In particolare, sulla torre-Maraini, oltre alle foto con la Bonino di un vecchio viaggio sulla muraglia cinese, spiccano guglie, statue e pinnacoli in onore della regina: «Voto per lei perché non si è lasciata deviare e corrompere, perché è fresca, libera e trasparente». Come l'acqua. Non possono mancare poi i cavalli, quelli rampanti come la campionessa di nuoto Alessia Filippi («sono schierata, lo sapete tutti») e quelli purosangue come il vignettista Stefano Disegni, il quale nitrisce e scalcia: «Sto con la Bonino perché Giuliano Ferrara le è contro e perché grazie a lei la Binetti ha lasciato il nostro Pd». Cavallo pazzo.
Infine gli alfieri, i più nobili e diagonali tra i pezzi schierati dalla Bonino. Prima Franco Battiato, poi Monica Guerritore. Carisma e aristocrazia culturale, impegno civile e profondità: «Per l’affetto che da amico sento di avere - dichiarava il cantautore di Povera patria durante l’ultimo sciopero della sete boniniano -, intendo spendere il mio nome, la mia faccia e la mia storia a favore della sua lotta». Più silente la guerriera Guerritore, attrice passata dalle docu-fiction antiberlusconiane di Annozero al palco di Emma.
E l'altra regina? Sguarnita? Non del tutto. Il grosso delle truppe, in realtà, pare non avere il pedigree per essere schierato sulla scacchiera Vip. Sono in pochi i personaggi dello spettacolo ad aver preso platealmente posizione per lei. Ma quelli che lo hanno fatto, hanno armi più veraci dei boniniani. Sono Lino Banfi e Bud Spencer. Titani dell'intrattenimento cinematografico, gente che miete milioni di telespettatori a ogni Trinità e a ogni Allenatore nel pallone. Insomma, alfieri più popolari, genuini e simpatici, via. Il re degli sganassoni cinematografici ha incontrato la Polverini alla fondazione Bietti l'altro giorno.
Il profeta dell'ecchecchezzo, invece, è stato esplicito: «Mi auguro che vinca Renata, persona di buonsenso che conosce Roma».Insomma, strateghi raffinati contro motivatori trascinanti, l'efebica Atene contro la gagliarda Sparta, cinema d'essai vs commedia all'italiana. A ogni regina i suoi Vip, a ognuna i suoi elettori.
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