«Lazio, fai come me e vincerai»

Emiliano Leonardi

Adesso che la Lazio ha raggiunto il centro classifica grazie agli 8 punti condonati dall’Arbitrato del Coni capiremo finalmente se la crisi era legata solo a una questione psicologica, anche se siamo convinti che il regresso registrato ultimamente derivi soprattutto da motivi tecnici e tattici.
Netta l’involuzione nelle ultime gare, giocate contro Cagliari, Catania e Sampdoria, con la difesa spesso in preda ad amnesie colossali e il centrocampo che, complici anche gli infortuni e le squalifiche, non ha più una fisionomia precisa. Troppi interditori e nessun radar capace di sostituire Liverani: a Firenze, appena ha cominciato a girare lui, i viola sono diventati incontenibili. Ne deriva che col centrocampo-fantasma alle spalle non è facile per gli attaccanti trovare soluzioni offensive importanti: e, annotazione dolorosa, senza il regalo di Baiocco nella partita disputata in Puglia sarebbero state tre le partite consecutive senza gol. Il cuore laziale chiedeva lo sconto di pena e desiderava il rientro di Oddo dopo le due giornate di squalifica: eccoli, serviti su un piatto d’argento, perché oltre all’insuperabile soglia del -1 oggi ci sarebbe stato pure il rischio di subire il clamoroso aggancio della Reggina, arrivata a 3 lunghezze dai laziali. Così Nicola Amoroso e Rolando Bianchi (8 gol, migliore coppia d’attacco della serie A) ora fanno meno paura, anche se Delio Rossi dovrà registrare il reparto arretrato, cui mancherà lo squalificato Stendardo. Poi, le preoccupazioni di quelli di Formello diminuiscono anche perché fra poco, dentro lo stadio Olimpico, Walter Mazzarri dovrà rinunciare agli squalificati Tedesco e Lanzaro e agli infortunati Giosa e Leon, tutti necessari per i suoi automatismi. Il tecnico toscano si è ritrovato con appena 16 elementi, e pensate che ha dovuto convocare anche tre ragazzi della Primavera (Pastiglia, Barillà e Nielsen) per organizzare la trasferta. Questo non significa che per il laziali sarà una passeggiata, e neanche il dato che conferma la difesa amaranto come la più perforata del torneo (14 reti, come il Catania) tragga in inganno. Perché allora dovremmo aggiungere che la produzione offensiva dei reggini è superiore a quella biancoceleste (11 gol contro 9).
Crisi o non crisi i laziali adesso dovranno almeno far intuire dove possono arrivare. Traguardi che naturalmente si ampliano dopo il maxisconto di venerdì sera. «La squadra - dichiara il patron Lotito - ha le potenzialità per giocare alla pari con tutti. Bisogna solo ritrovare la determinazione dello scorso anno e combattere con la stessa determinazione che dimostro io nel difendere la società davanti a tutti». Il numero uno della Lazio ora vuol vedere la sua squadra rimontare in classifica e lottare per l’Uefa, il traguardo minimo da centrare.

Intanto contro la Reggina questo pomeriggio giocheranno Peruzzi fra i pali e Zauri a sinistra, mentre Cribari affiancherà Siviglia al centro della difesa e il centrocampo risulterà invariato rispetto a mercoledì: Manfredini e Mauri sulle corsie, con Ledesma e Mudingavy (o Baronio, ex di turno) in mezzo pronti a innescare l’acciaccato Rocchi e Tare, che sostituisce lo squalificato Pandev. Resta fuori Simone Inzaghi, l’invisibile del gruppo. È con lui, e con gli altri scontenti perché inutilizzati Quadri, Bonetto, Firmani (altro ex) e Cribari che chiudiamo il sipario. Dirige il trevigiano Gabriele Gava.

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