A posteriori ha il sapore tragicomico di una beffa, di un azzardo o di una presa per i fondelli per gli elettori dell’Italia dei Valori. Il copione è quello consumato del partito degli onesti, della diversità antropologica, del «noi non siamo come gli altri». Il documento - pubblicato in data 20 settembre, nel bel mezzo dello scoppio del caso Fiorito sul sito dell’Idv Lazio - è una sorta di dettagliata rivendicazione dell’operato contabile del gruppo Idv alla Pisana, accompagnato dalla pubblicazione online del bilancio. Una sorta di manifesto dell’onestà conclamata del partito fondato da Antonio Di Pietro, accompagnato da una pirotecnica illustrazione: una galleria fotografica di 13 immagini in cui vengono alternate foto dell’attività politica del capogruppo in Regione Vincenzo Maruccio e di altri esponenti Idv con le istantanee della famigerata festa di Carlo De Romanis insieme ad altre immagini simboliche della corruzione pidiellina. Una sorta di impietoso e immediato confronto tra la purezza e il peccato, tra i buoni e i cattivi, tra i portatori sani di moralità e gli impuri, contaminati dal decadimento dei costumi.
Quel marchio di diversità evidentemente era stato apposto un po’ troppo frettolosamente. Ma la tentazione - o l’inconsapevolezza delle future rivelazioni - evidentemente era stata troppo forte. E così oggi, andando a riprendere quell’editoriale, è impossibile non sorridere di quelle sicurezze sposate senza se e senza ma.
Il testo è tutto sul filo della rivendicazione della probità dei propri comportamenti. «Esiste un altro modo - dal nostro punto di vista, l’unico - per utilizzare i fondi pubblici assegnati ai gruppi consiliari per l'attività politica sul territorio» si legge. «Gli eletti e i rappresentanti del gruppo politico si sono caratterizzati in questi anni per un costante lavoro di informazione sul territorio dell’intera regione, a partire dalla città di Roma fino al più piccolo e decentrato paese della Regione. Un radicamento sul territorio al quale il gruppo regionale ha dedicato molte sue risorse. Per questo, le spese per i compensi dei collaboratori rappresentano una voce importante, che equivale al pagamento di stipendi di poco più di mille euro per i dipendenti del gruppo che impegnano quotidianamente la loro professionalità a favore delle iniziative politico istituzionali».
«L’altra voce consistente del bilancio» continua il commento allegato al bilancio «riguarda l’organizzazione di convegni e conferenze, il vero motore della nostra attività. Basta scorrere lo storico di questo sito per contare le innumerevoli iniziative sui temi più vari che abbiamo organizzato nel 2011 a cadenza più che settimanale: incontri sul lavoro, la sanità, la casa, il sociale ed anche incontri di discussione puramente politica. Abbiamo affittato sale, teatri, impianti di amplificazione e di proiezione. Nel 2011, per la prima volta, il gruppo dell’Italia dei valori del Lazio ha organizzato una festa, durata una settimana, che ha avuto un eccezionale successo di pubblico e ha catalizzato l'attenzione dei media per il livello dei dibattiti politici. Pur decidendo sempre per allestimenti molto sobri, queste iniziative hanno un costo».
«Infine, la voce più consistente del bilancio riguarda la comunicazione dell’attività del gruppo regionale, ovvero le affissioni e i - rari - spazi pubblicitari su organi d'informazione locali. Siamo stati protagonisti, nel 2011, di numerose campagne di affissione che, a più riprese, hanno portato all'attenzione dei cittadini vicende che ritenevamo degne di comunicazione a proposito della vita regionale. Con queste campagne di affissione abbiamo sottolineato anche gli scandali che hanno caratterizzato l'amministrazione comunale di Roma nel 2011, come la parentopoli delle municipalizzate romane. Tutte campagne rendicontate. Le indennità percepite dai consiglieri per l'attività nel proprio collegio elettorale sono state impiegate esclusivamente per il loro fine, quello di rendere più capillare l'attività del gruppo regionale. I consiglieri regionali pagano di tasca propria l’affitto delle numerose sedi sparse sul territorio».
E ancora: «Abbiamo usato responsabilmente quello che la legge ci assegna, ma non solo: abbiamo presentato decine di interrogazioni per ridurre i costi della politica, per rendere trasparente l’uso delle risorse assegnate ai gruppi e ai consiglieri, per evitare gli abusi».
Una autocertificazione di rettitudine accompagnata da una postilla che, se l’ accusa rivolta al capogruppo Idv di aver usato 780mila euro
per finalità non politiche, sarà confermata, non potrà che trasformarsi in un boomerang. «Nessuno può dire oggi» - la «sentenza dell’Idv - «e in particolare la Polverini, che non sapeva nulla. E se lo dice, sta mentendo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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