Stretta fra una crisi di risultati e di gioco inarrestabile e un derby che ha il sapore di ultima spiaggia, lEuropa League è diventata quasi un fastidio per la Lazio. Ci ha provato in tutti o modi la squadra di Ballardini per cercare di ritrovare quellidentità perduta o forse mai avuta: il silenzio stampa, i ritiri prima delle partite con Siena e Napoli. Ma prestazioni e risultati non sono arrivati. Ecco che la trasferta europea di Salisburgo giunge quasi inopportuna. Tanto più che linfermeria laziale è strapiena e in Austria tra i 19 convocati ci sono i quattro babies Cavanda, Iannarilli, Luciani e Sevieri.
La situazione nel girone, dopo la pesante sconfitta di Villarreal, si è complicata. Una vittoria sul campo sintetico di Salisburgo, impresa già di per sé non facile, rilancerebbe le ambizioni della Lazio. Anche se occorre un successo rotondo (almeno un 3-0) per bilanciare la differenza reti con quella degli avversari in caso di arrivo a pari punti. Circostanza che si verificherebbe se Lazio e Villarreal dovessero vincere gli ultimi due incontri (e di conseguenza il Salisburgo li perdesse). Troppi calcoli che in questo momento non fanno nemmeno in casa biancoceleste. Lotito continua a difendere il tecnico Ballardini, ma la situazione precipita di giorno in giorno. E il derby con la Roma sembra essere nei pensieri di tutti ancora prima della sfida europea. «Il derby uno spartiacque importante? No. Io parlo per me, per il lavoro che faccio, per le difficoltà non solo tecniche - ha sottolineato ieri Ballardini -. Sono tante le cose da valutare. Intanto dico che la Lazio arriva bene allappuntamento di Europa League. Abbiamo la quarta difesa in campionato e dopo lInter siamo la squadra che ha tirato di più in porta. Se non si segna, vuol dire che non siamo bravi nella costruzione e nella finalizzazione. Ma la responsabilità non è mai di un solo giocatore o di un solo reparto».
Ieri il tecnico ha provato il 3-4-3: Muslera tra i pali, linea difensiva con Diakité, Cribari e Radu; Lichtsteiner, Brocchi, Mauri e Kolarov quartetto di centrocampo; Makinwa. Rocchi ed Eliseu il tridente (lalternativa è Meghni-Foggia-Zarate).
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