Leader politico commuove i tedeschi: dono un rene a mia moglie

E poi dicono che la politica è il regno del cinismo, l’impero dell’ipocrisia e dell’egoismo. Molti suoi protagonisti, si sa, calpesterebbero il cadavere della mamma (o della moglie) in cambio di una poltrona un po’ più importante: così è purtroppo in molti casi, ma non sempre. A far ricredere almeno qualcuno arriva dalla Germania la notizia edificante che riguarda Frank-Walter Steinmeier, il capogruppo socialdemocratico al Bundestag, la Camera dei deputati tedesca. L’ex ministro degli Esteri ai tempi della “grande coalizione” e poi sfidante dell’attuale Cancelliera Angela Merkel ha deciso di lasciare - almeno temporaneamente - la politica perché sua moglie, gravemente malata, ha bisogno di un rene: glielo darà lui. Inutile dire che la sua generosa decisione ha suscitato generale rispetto e ammirazione.
Steinmeier ha indetto una conferenza stampa per rendere pubblico il dramma che attraversa la sua famiglia. Ha spiegato che sua moglie Elke, 48 anni, soffre di insufficienza renale e che le sue condizioni si sono recentemente molto aggravate. «Solo un trapianto la può salvare», ha detto l’ex ministro ai giornalisti. Quel rene che la conserverà in vita, ha aggiunto l’uomo politico, glielo donerò io: ho deciso per l’espianto, ha chiarito, perché non c’è tempo da perdere e perché i tempi delle liste d’attesa per un donatore sono troppo lunghi. Steinmeier ha detto che si farà operare «in settimana», ma secondo indiscrezioni l’intervento sarà eseguito già oggi.
Il cinquantaquattrenne leader socialdemocratico conta di rientrare alla sua normale attività entro la fine di ottobre. I medici gli hanno assicurato che con rene solo potrà continuare a fare sostanzialmente quello che faceva prima. Intanto, ha affidato le sue attuali responsabilità politiche a Joachim Poss, collaudato “uomo di macchina” del suo partito, la Spd. Che nel frattempo, stando ai sondaggi, veleggia verso promettenti recuperi di consensi: dopo cinque anni di continui scivoloni verso il basso avrebbe addirittura superato la Cdu della Cancelliera, precipitata poco al di sopra della soglia del 30 per cento dei voti virtuali dei tedeschi.
La vicenda Steinmeier suggerisce un paio di riflessioni, oltre a quella già accennata sull’esistenza di politici dotati di un cuore e di un’anima. In primo luogo, mette in luce il fatto che in Germania non esistono scorciatoie e favoritismi per persone “più uguali delle altre”, come avrebbe detto Orwell: e questo certamente sarà apprezzato in un momento in cui il governo chiede, più del solito, sacrifici ai cittadini. La seconda osservazione riguarda un parallelo tra la Germania e l’Italia in fatto di donazioni di organi. Si è portati a pensare, anche per sciocca esterofilia, che i Paesi nordici stiano meglio del nostro in questo ambito: non si direbbe, visto che in Germania (che ha circa 82 milioni di abitanti) sono ottomila le persone in attesa di un rene da trapiantare. Lo scorso anno sono state eseguite in tutto 2800 di queste operazioni, e solo 600 donatori erano viventi.
Non a caso il ministro della Salute Philipp Roesler (liberale) ha riconosciuto a Steinmeier un ruolo di «modello», in grado di mettere utilmente sotto la luce dei riflettori un problema sociale di cui quasi tutti si ricordano solo quando li concerne direttamente. Roesler non è stato l’unico politico della maggioranza di centro-destra a plaudire alla scelta del dirigente socialdemocratico.

La stessa Angela Merkel si è rivolta personalmente a Steinmeier con una telefonata per esprimere ammirazione e per augurare salute e benessere alla signora Elke, che è madre di una ragazzina di 14 anni ed è giudice presso un tribunale amministrativo.

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