Cultura e Spettacoli

La Lecciso debutta come cantante

Laura Rio

da Milano

Da lui gli epurati della Rai ci vanno. E senza tante storie. Senza lunghi tira e molla, senza clima da ultima crociata, senza attirare sull’Italia una bufera. E del resto non sarebbe bello per uno show meteorologico... L’anno scorso un Biagi commosso chiuse l’ultima puntata, Santoro ci era già stato qualche mese prima. Quest’anno, ben prima che scoppiasse il caso Celentano, Fabio Fazio aveva già in scaletta Sabina Guzzanti, Luciana Littizzetto e Paolo Rossi. Ma ora l’argomento libertà d’informazione, censura e democrazia in pericolo è stato bruciato dal dibattito infuocato scatenato da Rockpolitik e Che tempo che fa, in partenza sabato alle 20.10, resta con il cerino in mano...
Fazio, non le rimane molto di cui discutere sabato con la «zapateriana» Guzzanti e «l’infedele» Gad Lerner...
«Non mi preoccupa cosa sia successo negli altri programmi. Noi abbiamo uno stile, quello della conversazione, che piace molto al pubblico. Con Sabina, oltre alla storia personale (la chiusura del suo programma Raiot), parleremo del film Viva Zapatero e ci allargheremo su comicità, satira, condizione dell’artista. Con Gad partendo dal suo ultimo libro (Tu sei un bastardo) affronteremo concetti come senso di appartenenza, identità, intolleranza».
Condivide la battaglia ingaggiata da Celentano?
«Penso che sia fuori dal tempo fare una distinzione tra chi può e chi non può parlare in televisione. L’unica regola che deve valere è quella del rispetto per il pubblico. Personalmente, non potrei fare un talk show preoccupandomi di quello che un comico o un ospite possono o non possono dire».
Per lei la libertà d’espressione in Italia è in pericolo?
«È un punto critico del nostro tempo: non dovrebbe neppure esserci un dibattito sulla questione, perché la libertà dovrebbe essere scontata».
Ma Rockpolitik le è piaciuto?
«È stato importante che si sia fatto uno show in Tv che non sia un reality: questa televisione è anacronistica. Il programma è elegante, bello e soprattutto contemporaneo».
Biagi e Luttazzi non sono voluti andare da Celentano perché in Rai siedono ancora quelli che li hanno «epurati», li ritroveremo da lei?
«Se vogliono venire sono ben accetti. Con Biagi si è sviluppato un bel rapporto affettuoso e di fiducia. Il suo intervento lo scorso anno è stato un grande regalo».
Che tempo che fa è al terzo anno (la scorsa stagione fece l’11 per cento di share): come lo rinnova?
«L’impianto è lo stesso, lavoreremo meno sugli ospiti eccellenti e più sulle storie e lo stile della conversazione. Puntando ancora di più su comicità e satira: le new entry saranno Luciana Littizzetto (alla domenica fino al 17 febbraio) e, più avanti, Paolo Rossi. Confermati Antonio Cornacchione, Maurizio Milani e Filippa Lagerback al posto di Ilary Blasi».
Dopo un rientro in Rai dalla porta di servizio, pian piano ha riottenuto visibilità, infine è arrivato un sostanzioso contratto triennale: la vedremo presto con un nuovo show?
«Non so nulla. Devo ancora parlare con il direttore generale».
Vanta un bel credito, dopo che l’hanno chiamata e poi cacciata da Affari tuoi quest’estate...
«Non mi hanno cacciato. Io mi sono messo a disposizione per spirito di servizio, ma li avevo avvertiti che non ero la persona giusta. Quando hanno trovato una soluzione migliore, mi sono tolto un peso. Avevo questioni private ben più importanti a cui pensare (l’adozione del figlio, ndr).

Con Pupo il gioco va benissimo e sono molto contento per lui».

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