L'Economist: il governo Prodi cadrà dopo la metà della legislatura

Il governo di centrosinistra guidato dal Professore "è nato debole" e non andrà molto oltre la metà della legislatura. E' questa il giudizio contenuto nelle previsioni sull'economia mondiale pubblicate dal centro studi della rivista inglese

L'Economist: il governo Prodi cadrà 
dopo la metà della legislatura

Roma - La mancata spacializzazione industriale dell'Italia continua a deprimerne l'economia, mentre l'attuale governo Prodi è nato debole e non potrà durare molto oltre la metà della legislatura, ossia oltre gli ultimi mesi del 2008. Il giudizio è contenuto nelle previsioni sull'economia mondiale pubblicate dall'Economist Intelligence Unit (Eiu), ufficio studi della pubblicazione economica inglese.

"In Italia una sfavorevole specializzazione industriale, in settori come il tessille e la ceramica (prodotti che si possono ottenere a prezzi più bassi in economie di mercato emergenti come la Cina), continuerà a deprimere la crescita economica", si legge nella parte dello studio dedicata al nostro Paese. Lo studio aggiunge che tale situazione "è esacerbata da una serie di problemi strutturali, come l'incertezza sulla stabilità del sistema previdenziale che sta deprimendo la domanda interna".

Poi la battuta sulla tenuta del governo guidato da Romano Prodi: "Il governo di centro-sinistra, al potere dal maggio 2006, può contare su una esigua maggioranza parlamentare a fronte del vasto numero di partiti che lo sostengono ed è improbabile che possa durare molto oltre la metà dei cinque anni della legislatura". "Come risultato dell'instabilità politica, sono improbabili importanti riforme economiche.

La debolezza dei conti pubblici resta un altro problema, e le misure di consolidamento da parte del governo, man mano che verranno approvate, avranno come risultato quello di appesantire la pressione fiscale piuttosto che tagliare la spesa, deprimendo i consumi privati. Malgrado ciò una lieve ripresa dei consumi privati e degli investimenti porterà la crescità in Italia nei prossimi anni sopra la media della prima parte della decade di circa uno 0,6%".

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