10 a Lee Westwood. Dalle stalle alle stelle. Se siete degli scommettitori incalliti (ma anche se non lo siete), prestate orecchio e puntate qualche eurino sull'inglese. Sarà performante per tutto il 2007. Garantito. Da pochi giorni infatti in Cina si è stappato spumante e quant'altro per festeggiare l'inizio del nuovo anno. Quello del maiale. E chi, se non Lee con la sua faccia targata Rovagnati, può trarne benefici influssi astrali?
9 a Jim Furyk. Un uomo con palle d'acciaio e tocco (di palla) di velluto. Lo swing è ben brutto, non c'è che dire. Il resto pure. Chissà quanti scherni da parte dei colleghi e quante cefalee coitali (no caro, stasera no, ho mal di testa ndr) dall'altro sesso deve aver incassato agli inizi di carriera. A occhio e croce, a cestinate. Eppure, nonostante questo pesante fardello, oggi è arrivato in cima alle classifiche mondiali. Per cui non stupiamoci più della sua grinta... cosa volete che sia per uno come lui?
8 a Ines Sastre. Un valido motivo per piazzare i tornelli anche nelle club house. In un'intervista condita da fotografie mozzafiato, la modella/attrice rivela che per rilassarsi, appena può, corre a smazzare sul campo da golf. Uno sport che ha cominciato in famiglia alla tenera età di sette anni. Pelle radiosa, sorriso modello Durban's, capelli lucidi come seta: il relax che le deriva dalla pratica del golf evidentemente le dona questo aspetto bionico. A vederla, vien proprio voglia di inzainarsi la sacca in spalla e di volare a giocare: voi maschietti per incontrarla; noi femminucce per tentare di assomigliarle! (Ps. Colin Montgomerie per qualche settimana ha avuto la fortuna di... giocarci in doppio...)
6,5 a Marta Prieto. Caliente. La campionessa spagnola è facilmente riconoscibile sul campo per i coloratissimi calzettoni che ama indossare mentre gioca. Bene, brava! Ma per un secondo si metta il push up al cervello e ragioni: se in una donna le calze sono una vera «mappa del tesoro», cestini i calzettoni naïf e vamos a giocar invece con le sexissime parigine a mezza coscia!
4 alla lentezza italica. Un vintage fuori moda. È di questi giorni la notizia che dal prossimo novembre per spostarsi in Eurostar dal centro di Londra a Parigi saranno sufficienti non più di due orette e un quarto. Quante in media la domenica mattina quattro neurogolfisti italiani impiegano per completare (arrancando) la miseria di otto buche.
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