Adesso che la candidatura è ufficiale e la campagna elettorale di Roberto Formigoni può partire, esce allo scoperto la battaglia per gli assessorati. Sono i leghisti a guidarla, convinti che il non aver richiesto il ruolo di numero uno della Lombardia consenta loro di avanzare pretese sulle centrali di potere del Pirellone. Una è la sanità, l’altra le infrastrutture, recentemente finanziate dal governo e che riceveranno una forte accelerata dall’Expo.
L’investitura del governatore è arrivata dal premier, Silvio Berlusconi, che dal palco di piazza Duomo ha assicurato che sulla questione esiste «pieno accordo con la Lega». E in effetti Umberto Bossi non ha mai alzato il tiro sulla Lombardia, preferendo concentrarsi su altre regioni, in modo particolare sul Veneto.
Alle Regionali del 2005 la Lega aveva ottenuto il 15,8 per cento dei consensi. I sondaggi attuali (e i risultati delle ultime consultazioni politiche e europee) accreditano il partito di Bossi di una percentuale più consistente, al punto che i vertici leghisti sperano di sfondare quota 25 per cento. Se così fosse si tratterebbe di un consistente aumento di voti. Al momento la Lega ha tre assessorati: Sanità, Territorio e Cultura, ma è già pronta a chiederne sette per ottenerne cinque, ovvero due nuovi, di cui uno “pesante” e uno più “leggero”.
Naturalmente sono Importanti gli assessorati, ma anche i ponti di comando e cioè il direttore generale della Sanità (Carlo Lucchina, vicino a Cl, su cui gli occhi sono puntati da tempo) e Infrastrutture lombarde, società interamente partecipata dalla Regione e con il compito di coordinare la realizzazione di nuovi progetti di infrastrutture, oltre che di gestire e valorizzare il patrimonio regionale, come ad esempio gli ospedali. Difficile immaginare che Formigoni e il Pdl possano mollare il colpo. Tra i rimescolamenti si parla anche di un addio all’assessorato di Luciano Bresciani. Voci che il diretto interessato non sembra desideroso di smentire. Il medico di Umberto Bossi, se decidesse di uscire dalla giunta, potrebbe essere sostituito dal senatore varesino Fabio Rizzi, medico anestesista, già sindaco di Besozzo e consigliere regionale.
La prima questione all’ordine del giorno è il vicepresidente. Gli accordi tra Pdl e Lega parlano infatti di un ticket, in base al quale dove il presidente è del Pdl, il numero due sarà della Lega. A questo punto si tratta di vedere chi farà coppia con Roberto Formigoni. Il governatore ha un buon rapporto con Davide Boni, attuale capodelegazione del Carroccio in giunta e assessore al Territorio. Ma ci sono anche altri esponenti della Lega che guardano con interesse all’incarico.
I nomi che circolano sono vari. In prima fila Leonardo Carioni, presidente della Provincia di Como e dell’Upl, l’Unione delle provincie lombarde, membro del consiglio d’amministrazione di Expo 2015 e di Pedemontana, presidente di Sviluppo Sistema Fiera. E poi nel totovice c’è Marco Reguzzoni, ex presidente della Provincia di Varese, parlamentare, vicino a Umberto Bossi, molto attivo nel settore dell’Expo, delle infrastrutture e di Malpensa. I curricula di entrambi sono compatibili con l’ipotesi che la Lega si aggiudichi un altro assessorato forte quale sono appunto le infrastrutture.
Un assessorato pesante che fa gola alla Lega è anche l’Agricoltura. In questo caso il nome in pole position è quello di Monica Rizzi, quarantenne bresciana, consigliere regionale molto attiva anche sui temi del volontariato e dei servizi sociali.
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