Lega anti-romana? Macché, è anti-Svizzera

RomaUmberto Bossi aveva dato dei «porci» ai romani, sì, ma soltanto per scherzo. Gli svizzeri invece sono serissimi quando definiscono gli italiani che varcano il confine per andare a lavorare in Canton Ticino «ratti famelici». Una campagna denigratoria che colpisce i 45mila «pendolari» e che va avanti da un bel pezzo con un sito sul web e una pagina su Facebook ed ha finito per far infuriare la Lega.
E così Erica Rivolta, Jonny Crosio e Nicola Molteni, eletti tra le provincie di Como e di Sondrio da dove provengono la maggior parte dei pendolari, hanno deciso di rispondere con una nota ufficiale alla provocazione partita dal web.
È proprio dal sito www.balairatt.ch che viene diffusa l’immagine di tre topi, due italiani ed un rumeno colpevoli, recita il sito, di rubare il lavoro agli svizzeri. «Tutti i ticinesi potrebbero lavorare, ma non possono farlo perché muratori, operai, camerieri, impiegati, infermieri, ricercatori, professori dalla vicina Italia, sottopagati e comunque ben contenti di portarsi a casa stipendi che al loro paesello nemmeno si sognano, gli portano via il posto da sotto il naso», è l’accusa lanciata dal sito. Non è vero che gli svizzeri non vogliono più fare quei lavori perché, prosegue la nota del sito «se non ci fossero migliaia di pendolari che giorno e notte arrivano da Como, Varese, Milano e Novara ad occupare fabbriche, negozi, banche e ristoranti, gli svizzeri sarebbero ben contenti di non andare a timbrare».
Per la Lega Nord si tratta di «un attacco vile e spregiudicato, inatteso quanto volgare». Un attacco, sottolineano, assolutamente «isolato rispetto ad una realtà fatta di decine di migliaia di lavoratori italiani che ogni giorno varcano il confine per svolgere con serietà e impegno i compiti loro assegnati e che possono contare sulla stima e sull’amicizia dei colleghi elvetici e dei datori di lavoro». Insomma, la Lega ci tiene a sottolineare che si tratta di un attacco isolato, ispirato alla campagna promossa dalla Lega dei Ticinesi, che a Lugano e in tutto il Canton Ticino ha fatto stampare e affiggere numerosi manifesti in cui tre topi mangiano la Svizzera, rappresentata da una forma di formaggio.
«Siamo lieti delle dichiarazioni ufficiali che hanno condannato l’azione propagandistica», dicono i leghisti riferendosi alla presa di posizione contro il sito dell’ambasciatore svizzero in Italia Bernardino Regazzoni e dagli altri rappresentanti del governo cantonale.


Oltretutto non sono pochi anche gli svizzeri che invece vengono a lavorare in Italia, quasi 40mila distribuiti tra Milano, Brescia, Treviso e altre città del Nord.
Getta acqua sul fuoco il presidente del Consiglio regionale lombardo, Davide Boni, che assicura: «Abbiamo più affinità con gli svizzeri che con i romani».
FA

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