Lo tsunami della Lega non capovolgerà (almeno per ora) Palazzo Marino. Se il Carroccio in Lombardia è diventato il secondo partito dopo il Pdl, con oltre un milione di preferenze, la grandinata di voti per ora non cè stata. Il Carroccio ha raddoppiato il suo tesoretto rispetto a 5 anni fa, ma dallanno scorso è salito di soli due punti, dal 12 al 14%. E se il senatur Umberto Bossi si autocandida sindaco per il 2011, per ora il partito ragiona soprattutto sul posto da vice. E per lavorare «dallinterno» sullobiettivo, potrebbe entrare in giunta il capogruppo Matteo Salvini al posto dellassessore al Marketing territoriale Massimiliano Orsatti, eletto in consiglio regionale. Se ne è parlato ieri in via Bellerio, nella riunione tra i neo-eletti della Lega e il segretario regionale Giancarlo Giorgetti. Scartata lidea di piazzare a Palazzo Marino Massimo Zanello, che non è stato rieletto al Pirellone. Intanto perchè «lassessore al posto di Orsatti sarà milanese» puntualizza Salvini. E Zanello stesso esclude «assolutamente lipotesi». Un ruolo che a un anno dalla fine del mandato sarebbe riduttivo. A meno di avere aspirazioni da numero due nel 2011, e Salvini - che si trincera dietro a un «no comment» - è il più accreditato ad ambire a quel ruolo e nellultimo anno potrebbe già dare il suo imprinting alla giunta. In alternativa si fanno i nomi di Leo Siegel (conduttore di Radio Padania), Luca Lepore, presidente del consiglio di zona 2 e Alessandro Morelli nel consiglio di zona 5. Se Salvini enterà in giunta, la prima dei non eletti in consiglio è Laura Molteni e sarebbe per lei un rientro a Palazzo Marino.
Ma volendo puntare in alto nel 2011, il Carroccio preferisce perseguire nella strategia di un piede dentro e uno fuori dalla giunta Moratti. Poco peso, per avere le mani libere e alzare la voce su sicurezza, servizi sociali, periferie. Non pretende guarda caso di accrescere il peso nella squadra: «Noi che siamo gente modesta, non chiediamo rimpasti, ma solo la sostituzione dellassessore Orsatti». Il segretario provinciale Igor Iezzi apre piuttosto la questione Udc, visto che è allopposizione al governo, in Provincia, in Regione ma conta un assessore - Gianni Verga dellUdc - a Palazzo Marino. Ma il coordinatore regionale del Pdl frena.
Per leuroparlamentare e consigliere milanese del Pdl, Carlo Fidanza, il sogno della Lega e di Bossi su Milano si infrange davanti al 14,4% di consensi conquistati in città contro un Pdl al 36. «Non esistono le motivazioni nè le condizioni politiche» e invita gli alleati a «smetterla di smarcarsi dalla giunta, se esagerano anche un pezzo dei loro elettori potrebbe non seguirli».
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