Cronaca locale

Lega: "Delusi da Cai, applica un piano di dieci anni fa"

Caso Malpensa, il Carroccio attacca Colaninno, che confessa: "Preferisco Francoforte, io non volo mai dallo scalo lombardo"

Sorpresa, il numero uno di Alitalia non vola da Malpensa. Sì, avete letto bene. Roberto Colaninno è «un affezionato di Francoforte». Il presidente della nuova Alitalia tra lo scalo lombardo e quello tedesco preferisce quest’ultimo: «Sono un affezionato di Francoforte e, infatti, per spostarmi faccio sempre Verona-Francoforte con la Air Dolomiti». Da Malpensa aggiunge «non ho mai volato». Anzi, «una volta sola per andare in Sudamerica» ma, avverte, «la scelta era partire da Malpensa o andare fino a Roma e partire da Fiumicino». Come dire: «Abito a Mantova e per arrivare a Malpensa ci metto cinque ore di macchina, quattro di viaggio e una per trovare parcheggio. Sulla mia strada incontro prima Verona, Brescia, Bergamo, Linate e poi, finalmente, Malpensa».
Virgolettato sulle presunte debolezze del sistema Malpensa - «perché mai ai cittadini e agli imprenditori deve essere riservato questo servizio?» - che, chiosa Filippo Penati, «dopo il danno aggiunge anche la beffa». Già, «Colaninno che si vanta di non aver mai volato da Malpensa vuole farci chiudere anche Linate e far partire tutti i milanesi da un aeroporto che non ha mai preso in considerazione» commenta il presidente della Provincia. Che, «viste le premesse», chiede al Governo di «intervenire per impedire che la politica del trasporto aereo nel nostro Paese sia non solo decisa, ma neppure ipotizzata da Alitalia-Cai».
Ancora più dura la replica della Lega che definisce «inconcepibile» l’uscita di Colaninno nel corso di una animata audizione al Senato: «Siamo molto delusi dal comportamento di Cai perché avevamo sperato e creduto nella volontà della società di pensare davvero alle esigenze del trasporto aereo, invece è stato applicato lo stesso piano che Alitalia porta avanti dal 1998». Conseguenza? «Non sono più la compagnia di bandiera ma sono una compagnia privata» tuona Marco Reguzzoni, vicepresidente dei deputati leghisti, ovvero «hanno il diritto di fare quello che vogliono» ma seguendo «le regole della concorrenza» che, dettaglio non da poco, «non ci sono però sulla tratta Milano-Roma». Tratta che, continua l’ex presidente della Provincia di Varese, con Cai è diventata «la rotta più redditizia del mondo» grazie «a una tariffa di 750 euro».
E mentre Sea, gestore degli scali di Linate e Malpensa, non replica a Colaninno, - «è libero di esprimere qualsiasi cosa» -, Giovanni Bordoni, presidente commissione territorio di Regione Lombardia, osserva che Sea è «un interlocutore in grado di affrontare Malpensa anche dopo l’abbandono di Alitalia. E, anzi, da qui a dieci anni le proiezioni del traffico aereo portano 80 milioni di passeggeri in Lombardia».

L’uscita di Alitalia, comunque, secondo dati Sea, ha comportato un calo passeggeri su Malpensa pari al 19,8 per cento rispetto all’anno precedente anche se lo scalo ha visto «aumentare di cira 3,1 milioni i passeggeri con altri vettori che non sono low cost».

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