da Roma
La Camera ha pronunciato il «sì» definitivo al decreto fiscale, collegato alla finanziaria. Il provvedimento «vale» circa 7 miliardi di euro per il 2006 e corregge i conti 2005 per quasi due miliardi. Fra le norme approvate, il nuovo sistema di riscossione dei tributi (con la creazione di Riscossione spa), le modifiche al regime della tassazione sulle plusvalenze azionarie, e lesenzione dallIci a favore della Chiesa cattolica, delle altre confessioni religiose e delle Onlus.
Fra le misure del decreto cè anche il finanziamento - 200 milioni di euro per il solo 2006 - della riforma del Tfr. Duecento milioni che, insieme ad altri 200 già stanziati dal decreto competitività, portano a 400 milioni la somma «liberata» per il prossimo anno dal rinvio della riforma al 2008 deciso dal governo. Considerando anche il 2007, spiega il ministro del Welfare Roberto Maroni, ci sono a disposizione in totale 1.330 milioni di euro. Inoltre, per il 2008 il governo aveva stanziato 1.130 milioni, ma visto che la riforma prende il via in quellanno, basteranno 400 milioni. «Per queste risorse - dice Maroni - va rispettata la destinazione sociale». In particolare il ministro vorrebbe restituire 100 milioni di contributi alle lavoratrici che si sono licenziate con 15 anni di contributi, prima che entrasse in vigore la riforma Amato. Inoltre, propone di migliorare le prestazioni assistenziali a favore dei lavoratori disabili.
Non manca chi preferirebbe tenere a disposizione i fondi per migliorare i saldi di bilancio. La Commissione di Bruxelles, sostiene lex ministro ds Vincenzo Visco, si appresterebbe a chiedere modifiche costose (almeno 4 miliardi) alla finanziaria 2006. «Cè da rendere sicura la manovra su alcuni punti come sanità ed enti locali - replica il viceministro dellEconomia Giuseppe Vegas -: qualcosa entrerà nel maxiemendamento, ma non è un cambio di manovra. Ci saranno controlli più efficaci per limitare gli sprechi, coinvolgendo la Corte dei Conti». Più tranchant Giulio Tremonti: Visco, commenta, «forse parlava di 4 miliardi di lire...».
La destinazione dei fondi «ex Tfr» sarà decisa in Consiglio dei ministri. Ma sono diversi, ancora, i problemi da risolvere allinterno della maggioranza. Maroni e Carlo Giovanardi (Udc) sono su sponde opposte sulla questione del tetto di reddito per ottenere il «bonus bebè». Il ministro per i Rapporti col Parlamento è favorevole a introdurre un limite di reddito annuale - dai 40 ai 50mila euro - per la concessione dei mille euro ai nuovi nati del 2006. Con Giovanardi si schiera anche il ministro delle Risorse agricole Gianni Alemanno. Maroni tuttavia ribatte che i costi degli accertamenti sui redditi dei beneficiari supererebbero gli eventuali risparmi: «Si tratta di un premio, non vedo perché legarlo alle condizioni finanziarie della famiglia».
Un altro fronte ancora aperto è quello delle Regioni.
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