La Lega incontra il premier ma strappa solo promesse

Garanzie per l’hub lombardo. Da ieri Spinetta (Air France) a Roma. Il ruolo di Mengozzi

da Roma

«Le nostre preoccupazioni rimangono, anzi sono aumentate». Il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Roberto Maroni, non ha nascosto la propria insoddisfazione al termine dell’incontro tra la delegazione del Carroccio, il premier Prodi e il ministro dell’economia Padoa-Schioppa sul caso Malpensa.
Eppure le poco incoraggianti prospettive dello scalo varesino avevano indotto il Senatùr in persona, il segretario federale leghista Umberto Bossi, ad abbandonare la Padania e a recarsi a Roma per la terza volta negli ultimi tre anni (i precedenti erano stati l’approvazione della riforma costituzionale e la manifestazione del 2 dicembre 2006; ndr). Il governo non si è sbilanciato sulla possibilità di tutelare gli slot di Malpensa. «Prodi - ha aggiunto Maroni - è stato evasivo. Ha detto che ne terrà conto, ma che è difficile porre dei paletti ad Air France».
Eppure la delegazione leghista, composta oltre che da Bossi e Maroni anche dal vicepresidente del Senato Calderoli, si era presentata a Palazzo Chigi tendendo un ramoscello d’ulivo. La manifestazione pro-Malpensa del 20 gennaio è stata infatti rinviata. Ufficialmente per non danneggiare le chance di assegnazione a Milano dell’Expo 2015 (a inizio febbraio gli osservatori internazionali saranno nel capoluogo; ndr), in sostanza per offrire qualcosa in cambio dell’eventuale disponibilità del premier alla trattativa.
Ma Prodi si è trincerato dietro al solito leitmotiv: «È Alitalia che conduce la trattativa, non il governo, e Alitalia ha interesse solo a salvare se stessa». Qualche concessione il Carroccio è però riuscito a strapparla. «Ci hanno dato garanzie - ha precisato Maroni - sul mantenimento dei livelli occupazionali di Sea e dell’indotto di Malpensa e sui piani di investimento in infrastrutture per l’area dello scalo: la Pedemontana e gli altri collegamenti». Per Bossi si è trattato del «riconoscimento della forza della Lega».
Nel corso dell’incontro, durato circa un’ora, la Lega ha presentato la propria mozione, in discussione il 15 gennaio alla Camera, nella quale si impegna il governo a tutelare il patrimonio rappresentato dall’hub milanese. In particolare, una moratoria sugli slot sulla falsariga di quella attuata da Klm nella fusione con Air France nel 2003 che garantì per 7 anni la sopravvivenza di Schiphol. Il principale obiettivo leghista, infatti, non è interferire nella privatizzazione della compagnia, ma salvaguardare uno dei principali bacini elettorali come la provincia di Varese.
«Malpensa sta a cuore a tutti», hanno fatto sapere fonti di Palazzo Chigi nel corso del consueto briefing serale precisando che «ci sono sette-otto settimane per discutere e ragionare su tutti i temi» e lasciando aperta la porta. Nonostante la situazione della compagnia peggiori di giorno in giorno con soli 300 milioni in cassa, il governo non ha fretta perché la strategia dilatoria alla lunga si è sempre rivelata vincente per il premier.
Ieri è giunto a Roma il presidente di Air France-Klm, Jean-Cyril Spinetta. Arrivato a Fiumicino con un volo Alitalia è stato accolto dal responsabile investment banking infrastrutture di Lehman Bros ed ex ad della Magliana, Francesco Mengozzi, che già molti indicano come futuro capoazienda di Alitalia controllata da Air France.

Oggi Spinetta dovrebbe incontrare il presidente di Alitalia, Maurizio Prato, i sindacati e anche il ministro dell’Economia. Fonti della compagnia francese hanno ribadito che quello di Air France è «un piano di risanamento e sviluppo» rispondendo alle critiche di Air One sull’esigua consistenza del piano industriale transalpino.

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