La Lega lancia il modello Cittadella

da Milano

C’è un capo indiano con tanto di piume, un Toro Seduto visto di profilo e fresco di tipografia che sta per finire incollato, sotto forma di manifesto, sui muri di tutto il Nord. Lo affianca una scritta: «Loro (i pellerosse, ndr) non hanno potuto mettere regole all’immigrazione. Ora vivono nelle riserve! Pensaci». Augh, parola della Lega, che mette così gli elettori sull’avviso di fronte ai rischi derivanti dagli arrivi senza controllo.
Tanto per rimanere in atmosfera, si può dire che anche ieri è rimasto ufficialmente muto il tam tam di via Bellerio a Milano, sede della Lega Nord. Nemmeno un messaggio di fumo si è alzato in cielo per portare all’esterno qualche voce concreta sui nomi dei possibili candidati alle prossime elezioni, eccezion fatta per quelli dei grandi capi. Dato per scontato che mancheranno nominativi da figurine Panini, tanto cari al giovane Walter quanto estranei al movimento padano, a mettere la parola definitiva su tutto, così com’è del resto consolidata tradizione del movimento, sarà ancora una volta il fondatore Umberto Bossi. Che da animale notturno qual è - assicura chi ne conosce bene le abitudini - farà le sue scelte a cavallo tra oggi e domenica. Fino ad allora, silenzio assoluto. Unica eccezione, appoggiando l’orecchio al terreno, arriva percettibilmente, come nome sicuro, quello di Massimo Bitonci, il giovane sindaco di Cittadella, in provincia di Padova, che lo scorso anno aveva saputo dar voce alla pacifica e laboriosa gente veneta, costretta a rinchiudersi in casa per paura di una diffusa quanto feroce criminalità d’importazione. Lui, quella paura l’aveva tradotta in un concreto atto amministrativo: via di qui chi non dimostra di avere un lavoro, una casa decente e un reddito minimo. Atto peraltro di matrice comunitaria europea, ma che gli era valso un avviso di garanzia da parte di una sempre zelante magistratura, le prevedibili accuse di xenofobia levatesi dalle solite anime belle (che però vivono altrove), ma anche - e per lui soprattutto - l’acclamazione in piazza per bocca del suo popolo. Al grido entusiastico, anche se forse un po’ sopra le righe, di «Santo subito!».
Un’altra voce certa, raccolta ieri tra via Bellerio e dintorni, è quella relativa a una somma in denaro - si parla di circa 20mila euro - che chi entrerà in lista sarà tenuto a versare al partito. Una sorta di cauzione, verosimilmente a titolo di anticipo a favore delle casse comuni. Cauzione anzitutto variabile nel suo ammontare a seconda che il candidato sia una new entry o una riconferma. E cauzione di cui è prevista la restituzione in caso di bocciatura elettorale o l’incameramento definitivo nell’eventualità di elezione.
Sempre ieri, il senatore Roberto Calderoli ha ufficialmente smentito la possibilità di una corsa solitaria del movimento padano in alcune regioni.

«Come già precedentemente ribadito al riguardo - ha dichiarato il vicepresidente del Senato - devo ripetere ancora una volta che l’ipotesi rilanciata oggi da alcune testate, per cui la Lega Nord possa correre da sola alle prossime elezioni politiche per quanto riguarda il Senato in Lombardia e Veneto, è totalmente priva di qualunque fondamento ed è frutto solo della fantasia disturbata dei giornalisti che si ostinano a scriverla e ripeterla».

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