Roma - «Bossi e Berlusconi si vedranno... e le carte sono sul tavolo» osserva il governatore del Piemonte Roberto Cota dando annuncio del consueto appuntamento del lunedì sera tra i due. Ma non rivela quale sarà il loro gioco, né tantomeno si sporge il gran capo della Lega che, ieri nel bergamasco, si è divertito a mettere in difficoltà chi gli chiedeva lumi sul futuro prossimo.
«Secondo me - ride infatti -Berlusconi vuole andare al voto e perciò gioca al ribasso. Io, invece, giocherei al rialzo...». Un nuovo mandato per il presidente del Consiglio da ottenere da Napolitano dopo l’apertura di una crisi? Bossi non lo esclude e rincara: «A me Fini ha detto che non gli dà fastidio vedere Berlusconi fare il presidente del Consiglio. E io sto alle sue parole... ». Non esclude insomma un reincarico per il Cavaliere. Fa capire che Fini - al di là delle parole che si sono spese nel merito in tv e sulla stampa potrebbe davvero accettare un Berlusconi-bis. Ma evita di approfondire le possibili condizioni sulle quali costruire questa ipotesi. Si guarda bene dall’entrare nel merito, visto che i voltafaccia sembrano all’ordine del giorno in questa fase delicata di una crisi politica profonda e tutta da verificare, passo per passo.
Ma a fare un pizzico di luce sulle intenzioni del Carroccio ci pensa Roberto Calderoli, ministro per la semplificazione e coordinatore delle segreterie federali della Lega, che si sbottona con una lunga dichiarazione all’Ansa, il che fa capire che parla a nome del partito tutto. Spiega che il Carroccio ha tutta l’intenzione di sostenere il premierato di Berlusconi: «Le Lega- il suo esordio- gli è e gli resta fedele perché lui è stato leale con noi». Specie, e Calderoli non ne fa mistero, sulla questione spinosa del federalismo «che vogliamo per il bene del paese, mica per un favore che si deve fare a noi». E racconta il ministro che proprio in queste ore va aumentando il pressing nei confronti del Carroccio perché prenda le distanze da palazzo Chigi, mossa questa che- si assicura loro - sarebbe premiata con il mantenimento dell’obiettivo federale.
Ma Calderoli fa abbondantemente capire di fidarsi poco di queste rassicurazioni: «Sapesse - racconta - quanti sono venuti a tirarci per la giacchetta... tanti neofederalisti improvvisati. Gente che poi in realtà ha sempre rallentato il cammino del federalismo e che adesso viene ad offrircelo! ». E non è tutto. «Sento in giro discorsi furbini- prosegue Calderoli - sul fatto che noi saremmo pronti a trattare con chiunque pur di ottenere il federalismo. Vero, lo abbiamo detto che siamo pronti a trattare anche con il diavolo, ma con tutti non vuol dire con chiunque. E il chiunque che abbiamo davanti è spesso chi ci ha messo i bastoni tra le ruote delle riforme. I centralisti travestiti. Quelli che oggi ti fanno una promessa pur di disarcionare Berlusconi e domani te li ritrovi contro...». Fuori dai denti, Calderoli annuncia in definitiva che non ci sono troppi margini per un appoggio leghista ad un esecutivo che non sia guidato da Berlusconi.
E chiarisce che nel Carroccio non sono certo le promesse di aprire le porte al federalismo di altre forze politiche a rendere possibile un dialogo e un incontro. «Tutto quello che abbiamo fatto nel cammino federalista lo abbiamo fatto con Berlusconi. Lui ha capito come siamo ed è stato leale in questi anni. E noi la lealtà, al di là delle chiacchiere da salotto, la apprezziamo. E comunque il discrimine è chiaro- chiude Calderoli - : noi abbiamo una ragione sociale. E facciamo il cammino o un tratto di cammino con chi capisce e apprezza. Questa è politica vera. Il resto è vecchio e stantio gioco di potere che i cittadini non sopportano più».
Se queste sono le carte, pare davvero difficile evitare lo scontro con un Fini che pretende le dimissioni di Berlusconi e che, negli ultimi mesi, non ha evitato di scavare un baratro tra le sue linee e quelle del Carroccio. Anche se tra i leghisti non manca chi ritiene che alla prova del nove, non tutti i seguaci del presidente della Camera potrebbero seguirlo sulla strada dello scontro in campo aperto.
«Ogni volta che si esercitano nel cercare di colpire Berlusconi, poi Berlusconi esce dimostrando di non essere affatto finito... » avverte Cota. Mentre Bossi, da dietro il suo cespuglio, scherza coi giornalisti: «Chi potrebbe fare il premier? Io, e poi vedete...». SanAs- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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