(...) alla cultura del Comune di Genova non è proprio riuscito a non contestualizzare con la politica attuale un fatto storico, trasformando le colpe del comunismo in futuri disastri etnici causati dallatteggiamento leghista.
Ieri Ranieri ha inaugurato i giardini «10 febbraio» a Pegli, ha scoperto una targa che ricorda le vittime delle foibe istriano-dalmate ma la sua orazione è stata tutta di stampo anti leghista, prendendosela addirittura con la toponomastica: «Il razzismo che ha portato alle foibe, circola ancora oggi nel Nord Italia con le targhe scritte in dialetto padano. Se oggi si va nel Nord Italia ci sono targhe scritte in una lingua diversa, incomprensibile: in dialetto padano» ha sottolineato lassessore in una vera e propria denuncia che sa di guerra alle targhe. «È un fatto pericoloso perché dalla lotta sui nomi si arriva alla lotta sui corpi degli uomini come le foibe tragicamente ci dimostrano» ha proseguito Ranieri rincarando la dose con le responsabilità su quanto avvenuto al confine tra Italia e Jugoslavia nel 1945: «Avevamo cominciato noi italiani», giustificazione di comunistica memoria.
Alle affermazioni dellesponente della giunta Vincenzi ha replicato Bruno Ferraccioli, segretario provinciale della Lega Nord che non usa mezze misure: «Prima di dire certe cose avrà bevuto abbondanti bicchieri di vino, solo così si possono accettare simili farneticazioni che dimostrano come non conosca la storia, non capisca la situazione attuale e soprattutto non abbia idea di quale movimento sia la Lega Nord e di che cosa esprima».
La Lega replica allassessore: «Ha bevuto troppi bicchieri»
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