Walter Veltroni ha proposto la schedatura di chi acquista bombolette spray, onde impedire il dilagare dei graffiti sui monumenti e sulle vestigia di Roma. Il primo cittadino dellUrbe ha corredato questa idea - alla cui realizzazione dovrebbero contribuire, prendendo i nomi dei clienti, i venditori di bombolette - con parole grosse: «Barbarie», «prepotenza», insomma un frasario nettamente ostile alle suggestioni ribellistiche e trasgressive dalle quali lintera sinistra, e lo stesso Veltroni, furono a lungo affascinati.
Il sindaco di Roma, che un po si atteggia a patrono dItalia e che molti nellUlivo vedrebbero volentieri al posto di Prodi, sè dunque convertito alla legge e allordine. Non è il primo esponente della sinistra che compie questo tragitto culturale e ideologico, e di certo non sarà lultimo. Sergio Cofferati, in altre stagioni ruggente leader della Cgil, lha preceduto senza esitazioni. Da quando occupa la poltrona di sindaco di Bologna vuole imporre alla sua città regole precise di comportamento, e sanzioni dure per chi delle regole fa scempio.
Non è che questo accorrere degli amministratori «rossi» sotto le insegne della legge debba spiacere a quanti, nel centrodestra, della legge stessa si proclamano da sempre sostenitori. In fin dei conti è un ennesimo sintomo del fenomeno al quale da tempo assistiamo, ossia dei progressisti che sventolano stendardi un tempo ritenuti appannaggio della reazione e che lo fanno senza neppure ammettere davere sostenuto il contrario. Possono permettersi tutto in base al principio secondo cui voi avevate torto daver ragione e noi avevamo ragione daver torto.
Si accomodino pure, gli ex della contestazione e del «vietato vietare», nella platea dei benpensanti. Ma se questa è la loro scelta, siano almeno un po coerenti nellonorarla. La legge e lordine sono principi duraturi, non possono valere a corrente alternata, secondo convenienza.
E allora non è lecito invocare losservanza della legge e nel contempo esaltare come uneroina Silvia Baraldini, sottratta con sotterfugi alla giustizia americana e con altri sotterfugi restituita anzitempo alla libertà. Non ho nulla contro la Baraldini libera, penso che le fosse stata inflitta una condanna spropositata, ma non è il caso, da parte di noi italiani, di confermare una fama di inaffidabilità che abbiamo appiccicata addosso. Allo stesso modo non è lecito invocare losservanza della legge e nel contempo esaltare e quasi santificare la figura dun violento, Carlo Giuliani, rimasto ucciso mentre aggrediva, impugnando un estintore, una camionetta dei carabinieri.
Troppi giri di valzer, siamo uomini di mondo e cerchiamo di capire: anche quando il mondo va alla rovescia.
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