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Legge antidoping Rogge ottimista

da Losanna

Un compromesso sulla legge antidoping tra Cio e autorità italiane per i Giochi di Torino 2006. L’annuncio arriva da Jacques Rogge, presidente del Comitato Olimpico Internazionale. La legge italiana, in materia di doping, è molto più restrittiva dei regolamenti Wada e prevede anche conseguenze penali per gli atleti riconosciuti colpevoli. «Non ci saranno emendamenti alla legge italiana - ha confermato Rogge - ma non sono affatto pessimista di trovare una soluzione, stiamo lavorando nel rispetto delle norme. Sono certo che quelli di Torino saranno giochi eccellenti». Il Cio aveva suggerito una moratoria olimpica, ricevendo però il no del vicepremier Fini. «Per il Cio - ha ricordato Rogge - il doping è un problema etico, non un crimine, ma è chiaro che se all’interno del Villaggio Olimpico si facesse spaccio di sostanze doping, le autorità dovrebbero intervenire...». A Torino vi sarà un incremento del 45% dei test antidoping.
«Abbiamo rispettato al 99% le richieste del Cio - ha detto il sottosegretario ai Beni culturali Pescante - il rimanente 1% riguarda la legge antidoping. Mi sono battuto perché il mio Paese rispetti le regole del Cio, ma nel nostro Parlamento non c’è una maggioranza in tal senso, l’opinione pubblica è contro l’abrogazione e la stampa è contraria alla moratoria». Ieri intanto a Losanna audizione del Toroc, il comitato organizzatore dei Giochi.

All’incontro con il Cio hanno partecipato - oltre a Pescante, supervisore per il governo, che ha promesso un emendamento contro il taglio di 16 milioni di euro nella Finanziaria - il direttore generale Vaciago e il vice Barra che hanno fornito l’ultimo aggiornamento prima dei Giochi su budget, organizzazione, impianti, vendita dei biglietti (acquistato già il 59% dei tagliandi previsti dal budget) e trasporti.

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