Un momento di denuncia «dellintreccio tra la sinistra e gli affari delle coop che imperversa ovunque in Italia e che vede Genova e la Liguria come simbolo», ma anche un punto di partenza per uniniziativa legislativa «per cancellare gli iniqui privilegi che avvantaggiano il mondo della grosse Coop». È il senso del convegno organizzato ieri da Forza Italia e An «Sinistra e Coop rosse: le mani sulla città», al quale hanno partecipato, tra gli altri, il sottosegretario agli Affari regionali Alberto Gagliardi, il vicepresidente della Camera Alfredo Biondi e il capogruppo di An in Regionale Gianni Plinio.
«Siamo di fronte al caso più clamoroso dItalia di partito-azienda, Pci, Pds, Ds, Coop rosse e di conflitto di interessi nella storia di questo Paese - ha osservato Gagliardi -. Genova rappresenta, come sempre nella storia della sinistra, un caso allavanguardia, in senso negativo. Il dato che denuncio e per il quale aspetterei qualche risposta da qualche controllore o da qualche responsabile di amministrazioni di sinistra, è il motivo per cui negli ultimi 20 anni a Genova non cè stata importante realizzazione pubblica che non sia stata fatta col contributo, in toto o in parte, delle cooperative, tra laltro coop rosse emiliane». «È chiaro che questo è il mezzo con cui si controlla la società - attacca ancora Gagliardi - dove si struttura il controllo di una comunità attraverso le assunzioni, le connivenze politiche economiche, finanziarie e bancarie. Comè possibile che da 60 anni tre intere regioni siano dominate sempre dalla stessa parte politica. Cosa succederebbe se altre regioni fossero state dominate negli ultimi 60 anni, in modo così totalitario, da altre parti politiche?». Proprio per questa situazione, gli esponenti di An e Fi si dicono favorevoli a una legge che corregga i privilegi concessi fino a oggi alle Coop di grosse dimensioni.
Plinio ha sottolineato che «il presidente della Regione diessino, il vice della Margherita, lassessore allo Sviluppo economico diessino hanno ricevuto finanziamenti elettorali da Manutencoop. E cinque consiglieri regionali Ds e un assessore dello Sdi hanno ricevuto finanziamenti elettorali da gruppi Coop. «Tutto legittimo ma secondo una chiave di lettura politica, dimostra una corrispondenza di interessi».
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