da Roma
Abolizione dello scorporo; possibilità di avere più simboli di partito per ogni candidato nei collegi uninominali; giro di vite sulla moltiplicazione delle liste autonomiste; maggiore rigore nella raccolta delle firme per presentare i candidati. La commissione Affari Costituzionali della Camera ha dato il via libera al testo base di modifica della legge elettorale, relatore il presidente della Commissione Donato Bruno. Ma lipotesi della modifica della legge elettorale (nonostante lassenso di tutta la Casa delle libertà a partire con la discussione sul testo unificato) incassa per ragioni opposte la bocciatura dellUdc e della Lega e la perplessità di An.
La partita sulla legge elettorale è delicatissima e strettamente intrecciata alla nascita del partito unitario e dunque al futuro del centrodestra alle prossime elezioni. Silvio Berlusconi ha già ribadito che dal modo in cui si riuscirà a modificare la legge elettorale conseguirà poi la scelta su come presentarsi alle elezioni. «Prenderemo la strada più conveniente - aveva spiegato il premier - o un solo simbolo o tutti i simboli dei singoli partiti» anche per non disorientare gli elettori. Lidea di un partito nuovo con i vecchi simboli aveva però lasciato piuttosto freddi gli alleati di centro.
Ecco che ieri Montecitorio comincia a lavorare sullipotesi di modifica, immediatamente bruciata però dagli alleati di Forza Italia. Con una nota della segreteria politica secca ed inequivocabile, Marco Follini definisce la nuova legge elettorale «inaccettabile». Mentre «una vera riforma elettorale sarebbe auspicabile - è scritto nella nota - un escamotage sarebbe inaccettabile».
Tocca al capogruppo alla Camera Luca Volontè ricordare che lUdc ha sempre dato «il sostegno allipotesi di una riforma proporzionale». Dunque il partito di Follini non può che esprimere contrarietà al testo messo a punto ieri in Commissione visto che «nel programma di maggioranza non cera alcuna riforma elettorale che andasse nella direzione del maquillage». Ai centristi in particolare non piace labolizione dello scorporo, ovvero quel meccanismo che nel riparto dei seggi della quota proporzionale di fatto penalizza i partiti che hanno avuto molti deputati nei collegi uninominali e avvantaggia invece chi ne ha avuti pochi o nessuno.
Se lUdc è per il ritorno al proporzionale, la Lega invece rifiuta proprio lidea della riforma, come chiarisce il ministro del Welfare, Roberto Maroni. «Siamo contrari a qualsiasi riforma elettorale - dice Maroni -. Riteniamo che si debba andare alle elezioni nel 2006 con questa legge elettorale, Camera e Senato».
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