«La legge sulla procreazione si può ritoccare»

da Roma

Forte della vittoria schiacciante del fronte astensionista, il cardinale Camillo Ruini torna a parlare della fecondazione assistita. E dopo aver fatto campagna elettorale per persuadere i cattolici della necessità di disertare le urne, questa volta «apre» a dei possibili ritocchi della legge 40, salva dalla scure dei referendari. Non subito, e in Parlamento, però. «Credo che adesso non succeda niente, perché ci vuole tempo per sperimentarla. Poi, se si riterranno opportune potranno essere introdotte piccole, leggere modifiche, ma non certo quegli stravolgimenti che avevano ipotizzato i quesiti referendari - ha dichiarato il presidente della Cei a One O Five Live, canale radio del Vaticano -. Spiego il mancato raggiungimento del quorum al referendum - ha aggiunto Ruini - con la maturità del popolo italiano, che si è rifiutato di pronunciarsi su quesiti tecnici e complessi, che ama la vita e diffida di una scienza che pretenda di manipolare la vita».
Non ha potuto essere che soddisfatto dell’esito del voto. E la sua analisi è un «grazie» ai cattolici, ma non solo: «Il cattolicesimo popolare italiano - ha sostenuto poi - ha dato ottima testimonianza di sé. Il mondo cattolico è stato quanto mai compatto, ha rivelato di comprendere fino in fondo le ragioni per le quali bisognava seguire una linea, che è stata poi quella che si è seguita; dall’altra parte, molti laici, anche assai significativi culturalmente, socialmente e politicamente hanno, a loro volta, condiviso in pieno, anzi hanno portato avanti con grande coraggio la linea della difesa del valore dell’uomo in quanto tale».
Alla domanda se la Chiesa ha disturbato la laicità dello Stato, il cardinale Ruini ha sottolineato che questa idea è «totalmente sbagliata». «Se per laicità dello Stato si intende che la Chiesa non può avere una espressione pubblica, allora non si tratta di laicità, ma si tratta di un laicismo che fa male allo Stato prima ancora che alla Chiesa. Se, invece, si intende per laicità la libertà di ciascuno e la distinzione dei compiti, questa laicità non è stata in alcun modo toccata.

La Chiesa, in materia di grandissimo rilievo umano e morale, aveva il dovere di esprimere chiaramente la sua voce, una voce che è stata accolta e condivisa da moltissimi cittadini, anche in base alla loro coscienza personale».

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