
Strano destino quello del comunismo. Doveva cambiare l'uomo, con le buone ma soprattutto con le cattive. In realtà è stata una parentesi quasi ovunque. Una volta chiusa, l'uomo ha ripreso a vivere e morire guidato da leggi ancestrali. La Russia è tornata a essere un impero multietnico governato da uno zar. Ha recuperato la tradizione ortodossa e scommesso sulla contrapposizione, magari solo propagandistica, con l'Occidente immorale e materialista.
Nelle montagne dell'Albania, come racconta Ermal Meta nel suo nuovo romanzo, Le camelie invernali (La nave di Teseo), le lancette dell'orologio sono andate ancora più indietro, fino all'ancestrale usanza del kanun: la legge del taglione. «Se uccidi qualcuno, la famiglia della vittima ucciderà un membro della tua. La vendetta, però, non può colpire donne e bambini e non può consumarsi in casa». Per questo l'assassino si chiude tra quattro mura, finché la vendetta sarà consumata su un altro famigliare o finché sarà comprato il perdono. Dopo il successo dell'esordio Domani e per sempre cinquantamila copie vendute, traduzioni in oltre dieci lingue, candidato al Premio Strega - Ermal Meta, cantautore tra i più amati, torna con una storia ambientata nell'Albania del 1995. Il crollo del comunismo ha causato una crisi spaventosa. Molti cercano rifugio all'estero, in Grecia o in Italia (come l'autore stesso, nato a Fier in Albania nel 1981 e trasferitosi a Bari tredici anni dopo).
Due famiglie sono legate dalla misteriosa scomparsa di una bambina e dalla legge del taglione, il kanun appunto. Si rompono amicizie, nel modo più inatteso e doloroso. Samir e Uksan sono costretti a odiarsi, nonostante siano amici fraterni. Siamo nel 1995. Dieci anni più tardi, nel 2025, una giornalista italiana di origini albanesi torna in Albania per intervistare un uomo che vive isolato da trent'anni. A causa del kanun o del rimorso? Ve lo lasciamo scoprire. Il dialogo tra l'uomo e la donna riporta al passato e a vecchie ferite mai rimarginate. Sono tante le figure con le quali fare i conti. C'è anche qualcuno in odore di mafia dei Balcani. C'è un traffico segreto oltre il confine con la Grecia. Passano le merci. Chissà, forse anche certi uomini sono merce. Le camelie invernali fioriscono col freddo. Sono un simbolo ambivalente. Il freddo è il freddo dell'anima. Ma il fiore, che resiste e cresce tra la neve, è la speranza.
Meta affronta temi difficili, il più difficile è quello dell'identità: siamo indissolubilmente legati alle nostre radici e alle sorti della nostra famiglia? Pare di sì: è un bene o un male? «Si chiese se un giorno tutto quel dolore sarebbe passato, se quella ferita profonda si sarebbe mai trasformata in una cicatrice. Guardandolo (un cadavere, ndr) capì che certi dolori non passano e che non tutte le ferite si induriscono. Alcune rimangono irrisolte come, a volte, succede alle persone».