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Corea del Sud, Parlamento destituisce il presidente Yoon
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La legge uguale per tutti? Nell’ippica sembra di no

Mercoledì scorso, con la stampa accuratamente fuori dalla porta - ritengo al fine di evitare domande per le quali probabilmente non ci sarebbe stata risposta - l’ormai decaduto ministro dell’Agricoltura Paolo De Castro ha convocato le categorie ippiche(?), con una mirata e accurata scelta dei rappresentanti. Nulla di personale ovviamente: pare sia stato convocato il rappresentante di un sedicente «Comitato per una Ippica Nuova» che, ricorderei al ministro, non ha, allo stato alcuna legittimazione di rappresentanza. Non perché lo dico io, ma perché il regolamento per il riconoscimento delle rappresentatività pubblicato sul sito Unire.it, prevede caratteristiche assolutamente non riscontrabili in questo e probabilmente anche in altri casi. Come del resto ho avuto modo di scrivere il 22 febbraio su queste colonne su un altro caso riguardante il rispetto delle regole da parte dell’Unire, relativamente all’autorizzazione per l’effettuazione della nona corsa negli ippodromi che, secondo regolamento, può essere autorizzata solo in presenza di eventi straordinari ed invece è diventata la regola. Forse De Castro non si è ancora reso conto che stiamo arrivando al redde rationem con la politica, che la gente non ne può più ed è stufa di arroganza e prevaricazioni da parte del potere. Un ulteriore esempio di totale disprezzo nei confronti delle categorie, da parte di questo ministro l’abbiamo avuto recentemente con la nomina del consiglio di amministrazione dell’Unire.
Mi spiace dovermi ripetere e dire cose forse poco gradevoli, nei confronti di stimate persone che sino a prova contraria, pare non meritino assolutamente alcun biasimo, come i consiglieri nominati. Quale necessità c’era di sottoporre queste degne persone al rischio di una figura umiliante, come accadrà tra un paio di mesi con l’inevitabile commissariamento dell’Unire e probabilmente una definitiva chiarificazione sulla eventuale incompatibilità del Segretario generale, imposto a viva forza dal ministro?
Se al posto di un monologo da parte del ministro, fosse stato possibile fare un paio di domande, avrei chiesto al ministro quali di questi consiglieri rispondono ai requisiti cosi ben definiti all’art. 4 della legge 449: «di cui tre di comprovata qualificazione ed esperienza individuati rispettivamente nei settori del trotto, del galoppo e del cavallo da sella».
Sarei curioso di conoscere il nome dell’esperto del trotto e dalle dichiarazioni dei presidenti delle altre specialità, mi pare emerga la stessa curiosità.
Dal momento poi che, alla richiesta di una conferma del montepremi pari al 2007, il ministro ha risposto che avrebbe potuto garantirlo solo con un suo assegno, avrei chiesto informazioni sul «fondo investimenti», bloccato da tempo, pare su parere dell’Avvocatura dello Stato, per conoscere se è ancora disponibile oppure non lo è più e se così fosse attraverso quali modalità è stato sbloccato.

Domanda che avrebbe certamente irritato il ministro, ma legittima e pertinente, visto che parliamo di soldi pubblici e che probabilmente il montepremi 2008 subirà una ulteriore decurtazione.
Il rispetto delle leggi e delle regole sono il fondamento del vivere civile. Se questo principio viene leso: cosa rimane?

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