IL LEGHISTA «La sentenza che ha cancellato il piano rom? Assurda, si rimedi»

IL LEGHISTA «La sentenza che ha cancellato il piano rom? Assurda, si rimedi»

«Reagire, reagire, reagire». Il ministro dell’Interno usa una nuova versione del «resistere» di Francesco Saverio Borrelli a chi le ricorda che a Milano un’altra pm, Ilda Boccassini, ha denunciato l’omertà degli imprenditori milanesi sulle minacce mafiose. Annamaria Cancellieri ieri mattina ha inaugurato l’Agenzia nazionale per i beni confiscati alla criminalità in via Moscova e anticipato in prefettura il Protocollo di legalità per controllare gli appalti e chi entra e chi esce dai cantieri di Expo (verrà firmato dovenerdì). Non nasconde che «forse, sull’imprenditoria ci possono essere state delle difficoltà. Si tratta di far crescere la volontà di reagire, che comunque c’è. Bisogna dare fiducia: reagire». E a chi le ricorda che sia l’ex sindaco Letizia Moratti che il prefetto Gian Valerio Lombardia dichiararono che a Milano la mafia non esiste, il ministro risponde ammettendo che qui «non c’è una cultura omertosa, c’è una forte capacità di reazione, non c’è la cultura di una popolazione assuefatta che esiste purtroppo in altre zone, qui i cittadini denunciano». C’è «invece» come in altri territori ricchi del Paese ed Europa l’interesse della criminalità organizzata «a reinvestire», il riciclaggio di denaro sporco, e «in questo senso c’è un problema», Milano è attrattiva e lo sarà ancora di più in vista di Expo. Ma il segnale forte come sottolinea è l’apertura dell’Agenzia e il record di immobili sottratti alla mafia in Lombardia in due anni, beni sequestri per oltre 805 milioni di euro e confiscati per 43 milioni. E Milano è quinta nella graduatoria nazionale degli immobili (l’8,5%) e addirittura al terzo per le aziende (il 13,7%, per evitare il fallimento e salvare posti di lavoro Assolombarda ha offerto dirigenti che accompagnano la fase di transizione). Ieri la consegna simbolica al sindaco di Rescaldina di una villetta di tre piani, verrà assegnata a una onlus dell’ospedale Buzzi per ospitare le famiglie dei bambini sottoposti a cure oncologiche.
Contro la mafia «la linea dell’ex governo è stata vincente e la seguiremo». Di fianco al ministro ci sono il prefetto, il governatore Roberto Formigoni, il sindaco Giuliano Pisapia e il presidente della Provincia Guido Podestà. E uno alla volta negli interventi ringraziano e rendono il merito dei risultati all’ospite in prima fila. L’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni. Anche il sindaco Pisapia sottolinea che ricorda prima di sottolineare come la presenza dell’ex ministro leghista significa «unità delle istituzioni contro la criminalità». La sede dell’Agenzia proprio a Milano ammette Maroni «è stata decisa perchè qui c’è Expo e per dare la consapevolezza che il Nord non è immune alla presenza della ’ndrangheta e della mafia». Maroni non è al tavolo delle istituzioni e nega qualsiasi rimpianto («la mia qualità della vita è molto migliorata da quando non sono più ministro»). Ma incassa i complimenti ma appena fuori dalla prefettura rimette i panni della Lega di opposizione e boccia la manovra («peggio di così non poteva essere»), la riforma svuota-carceri («bisogna costruirle, non svuotarle»).

E la sentenza del Consiglio di Stato ha cancellato il suo piano rom che a Milano avrebbe portato all’azzeramento dei campi: «Una bocciatura incomprensibile, rende difficile gestire il problema e spero che qualcuno metta rimedio».

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