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Il Legno-Arredo campione d'Europa di green economy

Il settore a grandi passi verso l'«economia circolare» Il ruolo dell'innovazione

Antonio Risolo

La lunga crisi e l'attenzione verso i mutamenti climatici hanno stravolto gli stili di vita e di consumo: oggi sono più sobri e sostenibili, secondo la legge della green economy e dell'«economia circolare», percorrendo la strada indicata anche dalla Cop21 di Parigi sul clima. Una prospettiva, quella della circular economy, che rappresenta una formidabile occasione per l'economia italiana e che il Legno-Arredo ha già recepito in pieno.

Con il dossier «Il made in Italy abita il futuro - Il Legno Arredo verso l'economia circolare» presentato a Roma, Fondazione Symbola e FederlegnoArredo fanno un primo punto sulla transizione avviata in questo settore dai vecchi modelli produttivi legati al cosiddetto «business as usual» e all'economia lineare - «produci, consuma, butta» a quelli di un'economia più sostenibile, efficiente e circolare «produci, consuma, recupera».

Come si evince dal grafico, l'industria italiana del legno-arredo, infatti, vanta performance ambientali da primato europeo. Sul fronte dei consumi di energia elettrica: usiamo 30 tonnellate equivalenti di petrolio (tep) ogni milione di euro prodotto, contro le 68 della media dei Paesi Ue (39 del Regno Unito, 56 della Francia, 63 della Germania, 101 della Spagna.

Stesso discorso per le emissioni «climalteranti»: con 39 tonnellate di CO2 equivalente per milione di euro prodotto, le nostre imprese del legno arredo fanno meglio di quelle tedesche (50), francesi (52), britanniche (93) e spagnole (124). Anche nella riduzione dei rifiuti il legno-arredo made in Italy vanta performance importanti: sono 15,5 le tonnellate di rifiuti generate per milione di euro prodotto, meglio dei tedeschi (15,8), ma meno bene di quelle spagnole (7), francesi (10), britanniche (13).

«Il valore delle imprese italiane del Legno-Arredo è riconosciuto globalmente grazie a un insieme di fattori assolutamente inimitabili spiega Roberto Snaidero, presidente FederlegnoArredo - Un mix vincente di tradizione, ricerca e innovazione che da decenni rendono unici i nostri prodotti, come dimostra il crescente successo sui mercati di tutto il mondo e gli oltre 13 miliardi di euro di export. Investimenti importanti su ricerca, sviluppo e innovazione, evidenziano un valore intrinseco che ci sprona a essere ancora più decisi nel perseguire quella ricerca della qualità che tanto ha contribuito a imporci sui mercati di tutto il mondo anche nei momenti difficili. Qualità che passa attraverso la grande cura del dettaglio e, soprattutto, l'attenzione a processi produttivi sostenibili e virtuosi. Per le nostre imprese l'economia circolare è già una realtà, ma dobbiamo fare di più puntando a diventare il settore di riferimento per l'Italia e il resto del mondo».

Secondo Paolo Fantoni, presidente di Assopanneli, l'analisi della Fondazione Symbola è estremamente importante per la filiera del legno-mobile: «Per noi è una piacevole conferma: siamo i più virtuosi a livello mondiale considerato il fatto che il 95% della nostra produzione nazionale di pannello è composta da legno riciclato, tolto dalle discariche. Merito delle aziende italiane che hanno sviluppato questa tecnologia che consente di produrre pannelli con il 100% di riciclo. E quindi anche la produzione del mobile è assolutamente sostenibile».

«Grazie alla tradizione e alla capacità di innovare senza perdere la propria anima - dice il presidente-fondatore di Symbola, Ermete Realacci - l'industria italiana del Legno Arredo ha iniziato a cogliere, e mi auguro sia in grado di farlo sempre più, le opportunità della green economy e dell'economia circolare. Già oggi l'Italia è prima in Europa nel recupero dei materiali e risparmiamo circa 15 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio l'anno.

È questo il campo della nuova sfida che attende il made in Italy, la chiave che potrebbe garantire un rinnovamento all'altezza dei tempi».

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