
È ben noto come Rolex incoraggi e sostenga l'eccellenza artistica e la trasmissione delle conoscenze da una generazione alla successiva, dando un contributo duraturo alla cultura mondiale. Ciò avviene attraverso la Perpetual Arts Initiative, un progetto che abbraccia un ampio ventaglio di discipline, tra cui l'architettura, il cinema, la danza, la letteratura, la musica, il teatro e le arti visive. Specificamente riguardo la prima, in grado di creare, attraverso l'edificio, legami emotivi tra le persone e le comunità e, come per l'orologio, attenta meticolosamente al dettaglio progettuale ed esecutivo, a garanzia dell'integrità strutturale e dell'armonia estetica, la Maison è protagonista, oggi, a Venezia quale Partner Esclusivo e Orologio Ufficiale della Biennale di Architettura 2025, il principale forum sull'argomento al mondo.
Un coinvolgimento sintetizzato nella 19° Mostra Internazionale di Architettura che, aperta lo scorso 10 maggio, chiuderà il prossimo 23 novembre. Sono ben undici anni che la Maison ginevrina accompagna l'evento, curato per quest'edizione, dall'architetto e ingegnere Carlo Ratti, il quale lo ha intitolato "Intelligens. Natural. Artificial. Collective" e ha commentato: "Per affrontare un mondo in fiamme, l'architettura deve riuscire a sfruttare tutta l'intelligenza che ci circonda. In tal senso, la Mostra proverà a tracciare nuove rotte per il futuro, mettendo insieme una raccolta di proposte progettuali sperimentali, ispirate da una definizione di "intelligenza", quale capacità di adattarsi all'ambiente a partire da un bagaglio di risorse, conoscenze o potere limitati". Per l'occasione, Rolex ha voluto ripensare il proprio padiglione, in sostituzione della precedente struttura risalente al 2018, seguendo i principi della sostenibilità ed affidandosi ad artigiani locali, metodi di costruzione tradizionali e materiali riciclati. La Maison ginevrina al fine di perseguire un simile obiettivo e riflettere alla perfezione l'identità del marchio, ha incaricato la talentuosa architetta nigerina di fama internazionale, Mariam Issoufou, docente di Patrimonio Architettonico e Sostenibilità all'ETH di Zurigo, nominata, nel 2020, tra le quindici "Creative Women of Our Time" dal New York Times. Ispirata dalla vulnerabilità ai rischi ecologici di Venezia e dall'impegno di Rolex nei confronti dell'artigianato, Issoufou ha attuato un approccio intersezionale alla sostenibilità, ideato per superare i fattori ambientali, ed esteso alla promozione del tessuto sociale, della storia, della cultura e delle condizioni economiche degli artigiani italiani e soprattutto veneziani. Esternamente, una struttura sequenziale di travi in legno con parte terminale a punta, ricorda la lunetta zigrinata di alcuni modelli iconici della Maison, mentre, all'interno, il soffitto traslucido e colorato, opera dei maestri vetrai di Murano, dà vita ad una gamma di tonalità dipendente dall'incidenza della luce durante la giornata.
Infine, il pavimento in terrazzo, composto di residui di lavorazione del vetro "a soffio", sempre in quel di Murano, chiamati singolarmente
"cotisso", definisce un padiglione che accoglie, tra l'altro, immagini della maestria artigianale intervenuta nella ristrutturazione e realizzazione delle boutique Rolex, a Milano (in Galleria Vittorio Emanuele II) e a Tokyo.