Leonardo canta il risveglio del Milan

nostro inviato a Milanello

Alle soglie del mese decisivo della stagione, lo spirito del Milan risulta racchiuso nel testo di una canzone un po’ rétro. L’ultimo Leonardo, riappacificato col mondo anche se su suggerimento del club, prende lo spunto da Father and son di Cat Stevens ascoltata in auto prima di arrivare a Milanello, per scolpire meglio il suo stato d’animo. È reduce da una telefonata col padre: forte dev’essere stata la suggestione della canzone. «Non è tempo di cambiamento, per me è il momento di stare “schiscio”, tranquillo, senza perdere rabbia, orgoglio e voglia di far male» il proposito suo esteso al Milan che da oggi va incontro al mese terribile. Si comincia stasera con l’Udinese, si passa dalla doppia sfida con il Manchester United per la Champions e si finisce prima col recupero di Firenze (mercoledì 24) e infine col duello rusticano con la Roma (domenica 7 marzo), «una squadra che preoccupa». Meno male, altro che perdersi dietro l’Inter.
Forse non è il tempo di cambiare come canta Stevens ma certo è il tempo di riprendere a fare gol e punti, e non solo perchè l’Udinese è reduce da due successi tondi tondi, uno in campionato e l’altro (ancora più avvilente) in coppa Italia. «È l’opportunità per rifarsi» segnala Leonardo soddisfatto per lo scenario cambiato negli ultimi giorni. È vero che ci sono tre defezioni da segnalare, Antonini, Seedorf e Borriello (tendinite), ma è anche vero che Nesta e Pato sono recuperati a tutti gli effetti: il primo entra e gioca subito, l’altro aspetta la ripresa per saggiare i propri muscoli. Ma non sono le uniche novità di questo inedito giovedì di frontiera: si aggiungono infatti i rinnovi (fino al 2014) per Abate e Antonini e la scelta di non convocare Kaladze nella speranza che accolga la proposta del Karzan («da Milano non mi muovo, se ne riparla a giugno» la posizione del georgiano) per riportare in pareggio il monte-premi stipendi appesantito dall’arrivo di Mancini.
Forse non è il tempo di cambiare ma tra un ritorno e un rimpasto, il Milan di stasera è proprio un altro e si prepara all’esame col Manchester mettendo da parte il famoso 4-2-fantasia, con Seedorf rimasto ai box a recuperare la migliore salute dopo la figuraccia di Bologna. Al suo posto il guerriero Gattuso: più che un giusto riconoscimento per chi è al pezzo (leggi Milanello, ndr) tutti giorni, si tratta di cementare la trincea mediana in vista delle incursioni friulane e delle folate inglesi. In attacco, per Huntelaar questa è l’occasione da sempre inseguita, dopo l’exploit di Catania e quegli spezzoni giocati contro Inter, Livorno e Bologna alla ricerca di una impresa balistica. L’olandesino ha bisogno di fiducia: eccola qui, sotto forma di chiamata alla armi, scavalcando nella graduatoria Inzaghi.
Per riprendere la marcia (l’ultimo successo è datato 17 gennaio contro il Siena), Ronaldinho è la chiave di volta. Come lo troverà il Milan, dopo la mancata convocazione? Detta Galliani: «Dinho è maturo per andare avanti». Confida Leonardo: «Temo, anzi no, spero si concentri sui nostri obiettivi». Si capisce al volo: c’è il fondato sospetto che il Gaucho si possa lasciare andare. Basterebbe un gol per riaccedere la luce sua e del Milan.

«Non si può dimenticare da dove siamo partiti e dove siamo ora, abbiamo lavorato bene e spesso in condizioni difficili e quindi “just relax, take it easy” (traduzione: solo relax, prenditela comoda)» chiude Leonardo in versione vecchio saggio del villaggio indiano. Ma con l’Udinese il Milan non può prendersela comoda.

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