«Stiamo bene, siamo pronti». La sensazione è che Leonardo si stia convincendo che questi vanno avanti da soli, sono su un piano inclinato e stanno ancora prendendo velocità. Sono cresciuti assieme a Roberto Mancini, hanno superato brillantemente due anni di Josè Mourinho, metabolizzato Rafa Benitez e adesso stanno facendo vincere anche lui. È cresciuto il gruppo, è cresciuta la società, gli juventini sono al limite di una crisi irreversibile pensando che tutto questo è iniziato con la loro cancellazione. Ed è assolutamente vero. Lo scudetto assegnato in segreteria, come lo ha definito Mourinho, ha ribaltato le gerarchie, adesso l’Inter non ha rivali in Europa nel calcio che conta, viaggia su un binario parallelo a quello del Barcellona a cui ha rubato tanto e continuamente si confronta. Non ha Messi ma un organico superiore, un gruppo di calciatori che ne ricorda pochi altri nell’antologia del calcio e queste ultime cinque stagioni stanno a dimostrarlo con traguardi mai raggiunti prima. Ma la storia di quello scudetto 2005-06 finisce qui, ha ragionissimo Leonardo, la gente è stanca, prova nausea: «Calciopoli è una noia assoluta - rimbalzando una domanda alla quale proprio non aveva voglia di rispondere -. Lasciamo che ci pensino gli organi competenti, facciamo che la gente si diverta, si è stancata. Personalmente di queste polemiche non mi frega proprio niente».
La Juventus la preferisce sul campo, sarà anche banale ma è il suo mestiere, dice: «Un capitolo a sé all’interno del campionato, su Juve-Inter è stato già detto tutto, enorme rivalità sportiva, match importante che va oltre il risultato, un grande esame contro una grande squadra. E io ho capito che a questi piace confrontarsi contro le grandi squadre, è quello che cercano, è quello che vogliono. Sono partite che danno stimoli enormi, da quando sono qui è passato un mese esatto, ed è un mese che scendiamo in campo per vincere e lo faremo anche a Torino». E allora se battete la Juve e poi nel recupero di mercoledì anche la Fiorentina, sarà scudetto? «Il campionato è ancora lungo. Se anche dovessimo vincere con Juve e Fiorentina la strada resta tanta, mancano troppe partite e io credo che giocare consecutivamente con Roma, Juventus e Fiorentina non sia facile per nessuno. È impossibile andare sempre a 100 all’ora».
Ultima rifinitura nel pomeriggio, presente Massimo Moratti, il vicepresidente Angelomario, l’avvocato Capellini, il direttore tecnico Branca e il direttore sportivo Ausilio, poi la squadra è partita per Torino. Mariga e Stankovic hanno svolto l’intera seduta, aggregati i Primavera Natalino e Alibec, giocano gli stessi del 5-3 alla Roma: «Però abbiamo cambiato tanto nelle ultime partite, ed è positivo - ha spiegato Leonardo -. Avere alternative a disposizione quando ci sono tanti match così ravvicinati ti consente di poter valutare e giudicare fino all’ultimo».
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