Leone (Rai): «Giusto lasciare il satellite, i dati lo confermano»

La Rai si prende una piccola rivincita. L’estate scorsa la tv di Stato era stata subissata di polemiche per aver deciso di non rinnovare il contratto con Sky per fornire i suoi canali tematici al satellite. Si era detto che fosse un regalo a Mediaset, perché in quel modo si indeboliva l’offerta Sky dando una mano all’eterna concorrente e cioè la tv del Premier: per indicare l’ipotetica alleanza indebita si era coniato il termine «RaiSet». A sostenere che, invece, quella decisione si è mostrata saggia e anche positiva dal punto di vista economico è stato ieri al convegno sul Dtt Giancarlo Leone, vicedirettore generale Rai. «A distanza di 10 mesi da quel 3 agosto del 2009 che tanto ha fatto discutere - ha detto - possiamo affermare che la decisione Rai aveva un senso, era incardinata in una visione strategica che oggi ci viene riconosciuta dai telespettatori, che hanno avuto tutto il tempo di capire, apprezzare, scegliere, gratuitamente. Altro che RaiSet». «Da quel giorno - ha continuato Leone - Rai è presente sulla piattaforma digitale terrestre con ben 13 canali di cui 10 specializzati. A fine anno il 30% della popolazione italiana era in condizione di approvare o meno le scelte del servizio pubblico con il più democratico degli strumenti a disposizione: il telecomando. Dopodiché è successo quello che auspicavamo e in cui credevamo. Secondo i dati Auditel nel primo quadrimestre del 2010 il gruppo Rai nel suo insieme ha realizzato, nelle aree interamente digitalizzate, ascolti pari al 46% nella fascia di prime time ed al 44% nelle 24 ore». Insomma, la perdita delle reti generaliste (Raiuno, due e tre) viene compensata dall’incremento di quelle digitali.

Per essere più chiari: la Rai ha perso un contratto con Sky da 50 milioni di euro all’anno (per sette anni), praticamente tanto quanto gli introiti pubblicitari già raggiunti quest’anno con l’insieme dei canali tematici.

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