Chiara Campo
È talmente sicuro di come andrà a finire il summit di domani a Palazzo Reale, che sul catalogo che Skira editore sta stampando in questi giorni e sarà distribuito gratis a chi visiterà sabato il museo-Leoncavallo, accanto alla sua prefazione ci ha fatto mettere anche il logo del Comune. Lassessore alla Cultura Vittorio Sgarbi è ottimista. È convinto che entro sabato, giorno in cui Milano festeggia la Giornata del contemporaneo, con visite guidate non solo alle mostre darte a Palazzo Reale e in Triennale, ma anche al centro sociale osannato dal critico come un «museo a cielo aperto», con una ricchezza di graffiti da tutelare come se fossero «la Cappella Sistina», oltre al libro potrà annunciare il «marchio» del Comune anche su via Wattau. La proposta di trasformarlo in un centro culturale col logo di Palazzo Marino è alle battute finali: sarebbe difficile, altrimenti, spiegare la presenza del logo su un catalogo («meraviglioso», assicura) che mostra 80 opere realizzate dai writers in una proprietà privata occupata abusivamente dal 1994, e con 7 tentativi di sgombero andati a vuoto solo nellultimo anno. La prossima ingiunzione di sfratto, almeno sulla carta, è fissata per il prossimo 13 novembre. Ma domani Sgarbi e il presidente della Provincia Filippo Penati tenteranno il tutto per tutto perchè il Leonka chiuda i conti con lillegalità e intraprenda un percorso che lo trasformi in una cittadella dei giovani.
Da due anni Penati coltiva il progetto, cercare un soggetto con finalità pubbliche che rilevi larea ad un prezzo equo e la trasformi, sotto la guida di Comune e Palazzo Isimbardi, in uno spazio culturale «regolare». Idea che va a braccetto con quella di Sgarbi, e che rilanceranno insieme domani a Palazzo Reale: alle 11.30 una conferenza stampa per presentare le iniziative della Giornata del contemporaneo, alle 16.30 la riunione a cui sono stati invitati consiglieri comunali, leoncavallini, rappresentanti del Gruppo Cabassi (proprietario delledificio occupato), anche il prefetto «ma tanto non verrà», chiosa Sgarbi. A cui piace lidea che «la mattina parleremo delliniziativa con cui sabato il Comune occupa il Leonka, e al pomeriggio i leoncavallini occupano a loro volta Palazzo Reale. Avevo scelto come sede il Planetario, sarebbe stata ancora più azzeccata, ma lauditorium non era libero». Fiducioso anche il centro sociale, che allindomani della visita di Sgarbi, il 22 settembre, si era augurato che non restasse «un episodio isolato» ma il segno di «un cambiamento nella pluridecennale ostilità con cui le amministrazioni comunali si sono confrontate con gli spazi pubblici autogestiti».
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