Il Leoncavallo ha fatto ricorso contro il pagamento di 800mila euro per la Tari non pagata al Comune dal 2014 al 2024 nell'immobile occupato in via Watteau, sgomberato lo scorso il 21 agosto con un blitz delle forze dell'ordine, e i giudici amministrativi giorni fa hanno accolto la richiesta di sospensiva presentata dalle Mamme antifasciste del Leoncavallo. Lo stop al contenzioso apre alla possibilità di partecipare al bando pubblico per ristrutturare e gestire l'immobile messo a disposizione da Palazzo Marino in via San Dionigi 117, zona Porto di Mare. Durante l'assemblea che si è tenuta due sere fa all'Arci Bellezza è emersa la volontà di partecipare, anche se la manifestazione di interesse conterrà la richiesta di un contributo da parte del Comune, perchè i lavori di restyling si aggirano intorno ai 3 milioni di euro. E resta aperta, in parallelo, la via per acquisire la storica sede del centro sociale di proprietà ella famiglia Cabassi, attraverso donazioni e facendo appello a una cordata di "imprenditori lungimiranti e col coeur in man", come li ha definiti il presidente di Anpi Milano Primo Minelli che ha partecipato all'assemblea e sostiene la causa del Leonka, l'Anpi ha già dato un contributo economico e "di più non possiamo fare da quel punto di vista, ma siamo disposti a dare una mano dal punto di vista politico perchè non si può perdere questa esperienza". Per recuperare fondi il Leonka avrebbe in programma anche due concerti, il 18 di Marzo per anniversario dell'assassinio di Fausto e Iaio e uno il 1° Maggio in piazza Duomo.
Il centrodestra contesta la partecipazione al bando, il tentativo di non pagare gli 800mila euro della tassa dei rifiuti evasa per dieci anni non renderebbe il Leonka, come hanno più volte sostenuto, l'inquilino più affidabile. "É incredibile e inaccettabile - tuona il segretario provinciale della Lega Samuele Piscina - che il Leoncavallo, dopo aver accumulato un debito di circa 800mila euro con il Comune di Milano per mancato pagamento della Tari, abbia deciso di partecipare al bando pubblico per la concessione dello stabile di via San Dionigi. Un gesto che rappresenta un oltraggio ai cittadini onesti e una nuova dimostrazione del favoritismo politico di cui questo centro sociale gode da anni grazie alla sinistra milanese". Piscina, con il consigliere leghista del Municipio 4 avide Ferrari Bardile, sostiene anch che "è sconcertante che il Tar abbia accolto la sospensiva, consentendo al centro sociale non soltanto di non pagare subito ma di partecipare a un bando che prevede investimenti per circa 3 milioni. Ci chiediamo allora: da dove verranno fuori questi soldi? O la sinistra milanese è consapevole di mettersi in casa chi non pagherà mai nulla, creando l'ennesimo danno alla città?". Nel frattempo, concludono, "imprese, commercianti e famiglie vengono perseguitati dal Comune per importi infinitamente inferiori.
Chiediamo che il bando venga ritirato e il Leoncavallo sani integralmente il debito o i ricorsi alla Corte dei Conti e alla Procura sono già pronti". Anche il deputato FdI Riccardo De Corato "l'assegnazione di uno stabile sarebbe vergognosa, uno schiaffo ai milanesi onesti".