Leopardi: «L’Udeur vuole contare sempre più»

Con Eugenio Leopardi, capogruppo regionale dell’Udeur, parliamo della manifestazione costitutiva della Federazione democristiana che si terrà domani a Roma. Soggetti coinvolti nel progetto sono, oltre ai Popolari Udeur di Clemente Mastella, la Rifondazione Dc di Publio Fiori e la nuova Dc di Giuseppe Pizza. «Si getteranno le basi - dice Leopardi - per un’intesa che dovrebbe consentire a tutti i soggetti politici di ispirazione popolare, di qui a due anni, di andare uniti alle elezioni europee».
Con l’adesione all’Udeur di Marco Di Stefano che cosa cambierà qualcosa negli equilibri interni al partito, soprattutto alla Regione?
«L’ingresso dell’amico Marco e di altri amministratori locali nell’Udeur consentirà lo spostamento dell’asse della coalizione di maggioranza in Regione e in Comune verso posizioni più moderate. Il nostro obiettivo è creare una casa dei moderati nel centrosinistra. Va da sé che se la famiglia dell’Udeur crescerà, chiederemo di contare di più nel governo amministrativo della città e della Regione».
Domenica è in programma a Roma il primo congresso provinciale dei Popolari Udeur. Un appuntamento importante...
«Il nostro è un partito giovane ma già ben radicato sul territorio. Nel Lazio abbiamo circa 20mila iscritti e in queste settimane siamo impegnati in una fase congressuale che eleggerà una nuova classe dirigente Siamo convinti di ottenere un risultato importante alle elezioni provinciali del prossimo anno».


Sul tema dei Dico, qual è la vostra posizione?
«La posizione dei Popolari-Udeur è chiara e coerente con i valori che intendiamo rappresentare nelle diverse sedi istituzionali e nel paese. La famiglia è quella definita dall’art. 29 della Costituzione e non siamo disponibili a parificare a essa altre forme di unioni, ma solo a riconoscere alcuni diritti civili a nuove forme di convivenza sociali».

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