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L'eroe del Vietnam McCain vince nel New Hampshire

Nel New Hampshire si registra il ruggito di John McCain, 71 anni, eroe del Vietnam. Il senatore dell'Arizona ha vinto con circa il 37% dei voti, battendo di circa 6 punti l’ex governatore del vicino Massachusetts, Mitt Romney

L'eroe del Vietnam McCain vince nel New Hampshire

New York - Se la corsa alla Casa Bianca si riaccende per i democratici, con l'affermazione di Hillary Clinton su Barack Obama, la situazione tra i repubblicani è ancora molto incerta. Nel New Hampshire si registra il ruggito di John McCain, 71 anni, eroe del Vietnam. Il senatore dell'Arizona ha vinto con circa il 37% dei voti, battendo di circa 6 punti l’ex governatore del vicino Massachusetts, Mitt Romney. E' già la seconda sconfitta per il miliardario mormone Romney, per lui le speranze di spuntare la nomination diminuiscono. Ma è troppo presto per fare bilanci, la corsa è appena all'inizio e le due tappe, prima in Iowa e poi nel New Hampshire, sono solo un "assaggio", il bello deve ancora venire.

La vittoria di McCain, che fino ad alcune settimane fa era dato per spacciato, in realtà era stata pronosticata dagli ultimi sondaggi. Qualcuno sottolinea come l'affermazione dell'eroe di guerra sia stata in qualche modo agevolata dai mediocri risultati di Romney, battuto da Mike Huckabee nell’Iowa. E' molto probabile che sia così, ogni tappa delle primarie, infatti, è implicitamente condizionata dai risultati precedenti, anche se le sorprese sono sempre dietro l'angolo.

"Mac is back" McCain, che molti avversari vorrebbero liquidare come un simpatico "vecchietto", ha dimostrato invece di saper ancora combattere e di potersi giocare le sue chance. Una vera "resurrezione di Lazzaro" chiosa oggi il Washington Post. Lui, l'eroe del Vietnam, scherza sull’etichetta di "comeback kid", il ragazzo della riscossa, che si è conquistato sul campo in New Hampshire. "Amici, come sapete, ho passato l’età in cui posso rivendicare il nome di ragazzo, qualsiasi aggettivo possa precedere ma questa notte, abbiamo mostrato sicuramente che cosa sia una riscossa. Questa notte - ha aggiunto, mentre i suoi fans cantavano 'Mac is back', (Mac è tornato, ndr) - abbiamo fatto un passo avanti verso la restaurazione della politica distrutta del passato e della fiducia del popolo americano nel governo".

Nel Michigan si voterà il 15 gennaio, in South Carolina il 19 gennaio per i repubblicani. Il vincitore dell’Iowa, Huckabee, conquista una onorevole medaglia di bronzo con circa l’11% dei suffraqi, mentre Rudy Giuliani (che pure non ha fatto campagna elettorale) ottiene il 9%. Ecco, la vera delusione, sino ad ora, è proprio lui, l'ex sindaco di New York. Ma, a onor del vero, Giuliani l'aveva detto sin dall'inizio: la mia battaglia vera partirà più avanti, con i grandi Stati dell'Est.

L’ex governatore dell’Arkansas punta a ottenere buoni risultati negli Stati del Sud (dove i cristiani fondamentalisti come lui sono popolari), mentre Giuliani, con una strategia giudicata rischiosa, aspetta le primarie della Florida, il 29 gennaio, per tentare, con un effetto domino, di conquistare stati popolosi ed essenziali come New York, New Jersey e California il 5 febbraio, in occasione del "super-martedì", già definito "tsunami", con primarie in 22 Stati.

Romney non molla Non ci pensa nemmeno a ritirarsi dalla corsa Mitt Romney, organizzatore delle olimpiadi di Salt Lake City, che nonostante tutto può vantarsi di avere vinto due medaglie d’argento (Iowa e New Hampshire), e una d’oro in Wyoming, dove il 5 gennaio si sono svolte (mini) primarie repubblicane. Non è uno "sconfitto" come molti potrebbero pensare. E ha ancora una montagna di dollari da spendere. Quando si voterà - tutti insieme - in diversi stati, potrebbe essere un bel vantaggio avere tanto denaro da spendere in spot pubblicitari.

Anche se la tv non è tutto e, nelle primarie iper tecnologiche del 2008 conta ancora, e moltissimo, il vecchio metodo del "porta a porta".

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