L'esoterismo "rive gauche" di Bataille e soci

Un circolo di radicali nella Parigi anni '30 indaga il sacro e i miti

L'esoterismo "rive gauche" di Bataille e soci
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Verso la fine degli Anni Trenta, all'interno della libreria parigina Galeries du Livres di Rue Gay-Lussac, alcuni importanti intellettuali, tra cui Georges Bataille, Roger Caillois e Michel Leiris, fondano il Collegio di Sociologia: un'associazione che non è un collegio e che non si occupa di sociologia, ma che vorrebbe essere una società segreta dedicata allo studio del concetto di sacro, della funzione dei miti e dell'azione del potere. Georges Bataille, già apprezzato scrittore e studioso di Nietzsche, pensa che la scuola sociologica francese debba rivolgere le sue attenzioni alle problematiche dell'uomo contemporaneo. Roger Caillois, amico di René Daumal e di Georges Dumézil, ritiene vitale individuare i fattori capaci di ripristinare i legami tra gli uomini, ragione per la quale indirizza i suoi studi verso il sacro. Michel Leiris, come gli altri due protagonisti del surrealismo francese, è un etnologo molto critico verso la sua disciplina, perché incapace di cogliere la totalità dell'esistenza, al contrario della poesia e della letteratura.

Rapidamente dimenticata, sia per la breve durata, sia per il sopravvenuto conflitto mondiale, questa iniziativa fu in realtà un esperimento culturale la cui importanza è inversamente proporzionale alla sua notorietà, come racconta Renzo Guolo nel saggio Interrogare la Sfinge. Storia del Collegio di Sociologia (Mimesis, pagg. 376, euro 26). Indagando i percorsi intellettuali, accademici e artistici dei fondatori, Guolo evidenzia l'assoluta peculiarità di un gruppo che ha coraggiosamente affrontato un'avventura esemplare nel mondo della politica e della cultura del Novecento, coinvolgendo molti protagonisti del secolo scorso. Per esempio troviamo tra i fondatori anche Jules Monnerot, che fu in realtà il vero ideatore dell'iniziativa e colui che ne scelse il nome, ma che poi non partecipò alle iniziative successive, forse volutamente dimenticato per la sua dichiarata adesione al fascismo francese, non del tutto inspiegabile. Infatti, quando si sente parlare di società segrete - o addirittura di Ordini monastico-cavallereschi - che si oppongono al materialismo della società consumista, il pensiero corre a movimenti e cenacoli di estrema destra, che in quegli anni fiorirono un po' in tutta Europa. In questo caso, invece, ci troviamo di fronte a protagonisti della cultura e della politica quasi sempre provenienti dalla sinistra, anche estrema, che subirono l'ammaliante fascinazione dei lati oscuri del potere. Per tutti, c'è un impellente bisogno di una "nuova aristocrazia" fondata su una grazia misteriosa e non sul lavoro o sul denaro. Caillois, addirittura, ritiene sano "desiderare il potere sugli animi o sui corpi, prestigio o tirannia", per forgiare un nuovo "ambiente". Bataille sostiene, invece, che "solo l'esercito e la religione possono rispondere alle aspirazioni più conseguenti degli uomini".

Noti per il radicalismo anticonformista, Bataille, Caillois e Leiris condividono un rapporto di amicizia e di affinità spirituale che si è saldato nell'esperienza del surrealismo e nella avventura politico-esoterica di riviste rivoluzionarie come Contre-Attaque e Acéphale. L'intento dichiarato del Collegio di Sociologia è quello di superare l'accademismo della sociologia ufficiale. Bisogna affrontare "argomenti scottanti ma urgenti da comprendere, quali il fascismo e il comunismo, con la loro presa sulla società, il loro carattere di organizzazioni della mobilitazione totale, la loro natura di fenomeni insieme politici e religiosi". La loro avventura, oggi, sembra lontana anni luce dalle preoccupazioni e dai pensieri della attuale intellighenzia, più preoccupata delle apparizioni sui social e nei talk-show piuttosto che affrontare lo scandalo e la fatica di approfondire i grandi temi dell'esistenza umana.

Resta comunque la consolazione del loro esempio e dei loro tentativi, condivisibili o meno, di scendere in campo per affrontare la realtà del loro tempo, senza preoccuparsi di essere, e nemmeno sembrare, dalla parte dei giusti.

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