Caro Massimiliano,
è con piacere che mi permetto di dire a te e a tutta la redazione de «il Giornale» edizione Genova e la Liguria grazie per la copertura giornalistica data al «Caso del Municipio Centro Est». Credo che dopo gli ultimi interventi comparsi in più pagine domenica 23 Gennaio la gente abbia capito l'aria che tira.
Ero e resto convinto che alla fine la ragione prevarrà proprio in funzione di tutte le «varie ed eventuali» che gli attori protagonisti hanno esplicitato.
Chiedo scusa se ripeto il concetto molto relativista facente perno sul «varie ed eventiali», ma di questo si tratta. La politica delle idee e quella della ragione non appartiene alla disputa sul Centro Est.
A Genova il centrodestra per diventare maggiorenne ed abbandonare lo stato di «creatura» dovrebbe passare a discutere di politica «alta» e non di casi personali. Per quelli c'è tempo.
Debbo confessarti una cosa, per molti è forse una fregnaccia, che non sono riuscito a trovare una parola: la passione.
Cioè a dire, la politica vissuta per servire il prossimo quale massimo desiderio. La gente la servo evitando di tradire gli elettori andando nel gruppo misto o passando ad altro partito! Questo vuol dire servire la gente.
Volare alto vuol dire impegnarsi non per se stessi, ma per il prossimo come cittadino elettore nostro unico dominis. Non è la nostra coscienza il terminale ultimo della politica, come a molti piace dire (fa tanto figo!), ma l'azione politica che ogni eletto riesce(o non riesce) ad espicitare sul territorio.
Questo è il motivo del perché la politica italiana è caduta così in basso!
Manca la voglia di aggregarsi in coerenza con il mandato avuto dagli elettori nel 2007, di lavorare insiene ed anche di incazzarsi nella consapevolezza che alla fine bisogna quagliare una proposta operativa in grado di rappresentare il bene per la collettività.
La nostra parte politica dovrebbe iniziare da amare di più il prossimo e meno se stessi.
Alla fine conta solo il risultato.
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