Cronache

Lettera riapre il caso «consigliere abusivo»

Lettera riapre il caso «consigliere abusivo»

Maria Vittoria Cascino

Sembra di seguire due film diversi. Dipende da dove li si guarda. Se dalla sala del consiglio regionale o da postazioni che si riservano altri interlocutori. Il caso è quello del consigliere di Rifondazione Comunista, Lorenzo Castè. Il Gal, il gruppo azione locale delle aree rurali spezzine, gli aveva comunicato la revoca del contributo concessogli tre anni or sono immobile nel cuore di Corniglia. Adesso ha scritto al presidente del consiglio regionale, Mino Ronzitti, e il presidente della giunta delle elezioni, Luigi Patrone. Oggetto: «Verifica della posizione del consigliere Castè in relazione alla 154/81», cioè quella che regola l’incompatibilità dei consiglieri. «Sussiste nei confronti del signor Castè, allo stato attuale - recita il documento - un credito liquido ed esigibile relativo al Piano di azione Ecoleader, Azione 3 turismo rurale (creazione di strutture ricettive attraverso recupero di preesistenze produttive)».
Così, adesso lo sa ufficialmente anche la Regione. Del resto, era stato lo stesso patrone, il 3 giugno scorso, a chiedere al Gal «se, allo stato attuale, risulti esistere alcun credito liquido ed esigibile nel confronti del consigliere Castè». Rossana Miaschi, direttrice del Gal, risponde che sì, esiste. Un passo indietro. La giunta delle elezioni, venuta a conoscenza dell’esposto del sindaco di Vernazza, Gerolamo Leonardini, l’uomo-cannone del caso Castè, aveva «provveduto agli esami degli atti dal medesimo prodotti nonché all’acquisizione delle informazioni necessarie ai fini istruttori». E «nella seduta del 23 giugno ha ritenuto all’unanimità di convalidare la posizione di detto consigliere, senza necessità di ulteriori atti di procedura». Dunque, la segnalazione di Leonardini non aveva sortito la deflagrazione auspicata, tant’è che il 28 giugno successivo la giunta ha proposto la convalida. Ma il 29 la risposta dal Gal ha riaperto il caso: «Il credito dell’importo di 21.537 euro, oltre gli interessi - si legge - è riconducibile alla decadenza del contributo a suo tempo erogato (a Castè) per realizzazione di progetti difformi da quanto approvato». Giusto quanto segnalato da Leonardini, che a suo tempo aveva prodotto fior di perizie attestanti le difformità di quell’immobile per cui Castè aveva ottenuto il finanziamento, mostrando la revoca delle concessioni edilizie e segnalando il caso alla Procura della Spezia e alla Guardia di Finanza.
Un capitolo a parte s’è aperto sui contributi erogati dalla Comunità Montana della Riviera su cui sta indagando la polizia provinciale. Le date s’incrociano, le comunicazioni sono lentissime ma finalmente gli enti si parlano.

E la giunta delle elezioni dovrebbe riaprire il caso.
(5 - continua)

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