di Carlo Rossella e Giampaolo Letta
Caro direttore,
siamo molto fieri di Baarìa, degli eccellenti risultati che sta ottenendo al botteghino, dei valori che rappresenta, dei consensi che ogni giorno ci arrivano da un pubblico emozionato e partecipe. La recente designazione del film ai Premi Oscar, ottenuta dalla quasi unanimità di una commissione di alto profilo composta da produttori, giornalisti, registi, operatori del settore specifico è un primo prestigioso risultato in termini di riconoscimento dell'opera.
Di opinione evidentemente diversa, su il Giornale, dove trova gli onori della prima pagina, un articolo di Oscar Grazioli («Tornatore, sgozzare tori non è azione da Oscar»), veterinario e scrittore che gode da tempo della tua stima e amicizia, come egli stesso sostiene sul suo sito internet. Non è ovviamente la differenza di opinione a sollecitare questa nostra riflessione ma il modo piuttosto brutale con il quale l'autore del pezzo, che non chiarisce se abbia o meno visto il film (poco male, purtroppo non sarebbe la prima volta che si scrive su un argomento per sentito dire), aggredisce Giuseppe Tornatore con una violenza almeno pari all'azione toricida che gli si vuole attribuire. Cioè con un punteruolo al posto della penna. E con toni di scherno e disprezzo per scelte artistiche e stilistiche liquidate come «delirio» e che, invece, sarebbe stato quanto meno corretto contestualizzare.
Siamo rimasti sinceramente stupiti. Prima di tutto dall'evidenza che il Giornale ha dedicato ad una notizia, uscita una settimana fa e sulla quale il regista ha avuto modo di intervenire con una sua precisazione, raccontando come la scena in questione fosse stata girata. Stupiti anche per il tono ironico, a tratti offensivo, che Grazioli riserva al film, a Giuseppe Tornatore e ad una vicenda tanto delicata che meriterebbe la stessa sensibilità di chi, legittimamente ma non strumentalmente, ha protestato. Quanto poi a ritenere «umanamente accettabili» i metodi usati nei mattatoi italiani ci sarebbe a lungo da discutere, a meno non si voglia trattare l'argomento sul filo dell'ambiguità e dell'ipocrisia.
Numerose sono, infine, le inesattezze contenute nell'articolo, a cominciare dal presunto insuccesso commerciale del film (è primo in classifica incassando 3,2 milioni di euro in sei giorni). Sarebbe bastato che Grazioli avesse letto il Giornale, che negli ultimi giorni ha dedicato al film e all'argomento in particolare un'attenta, obiettiva copertura.
Crediamo che la coscienza collettiva abbia acquisito, da tempo, una robusta consapevolezza sui temi del rispetto e dell'amore per gli animali. Domestici e non. Concetti che albergano, ovviamente, in tutti noi e certamente in Giuseppe Tornatore. Riteniamo perciò strumentali e non corrette le argomentazioni con le quali l'autore dell'articolo ha voluto esprimere il suo punto di vista. Specie su una testata, come quella de il Giornale, dalla vocazione editoriale decisamente antagonista di ogni strumentalismo e delle sue forme più deteriori.
Un caro saluto
La risposta
Mi spiace che il mio pezzo sia stato interpretato come offensivo. L'ho riletto e non trovo toni ingiuriosi.
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