«La letteratura è il rifugio dalle avversità»

Arriva in libreria il discorso che il premio Nobel peruviano Mario Vargas Llosa ha pronunciato davanti all'Accademia di Svezia tessendo l'«Elogio della lettura e della finzione» come rimedio al rischio di finire strumentalizzati dai dittatori

Finzione e lettura. In breve, l'arte del romanzo. Scritto. Ma soprattutto, letto. Il mondo parallelo della fantasia. Delle storie che fanno sognare. Di realtà costruite. E ricostruite. L'«Elogio della lettura e della finzione» (Einaudi, pp. 34, euro 8) è il testo completo del discorso pronunciato davanti all'Accademia di Svezia da Mario Vargas Llosa, lo scrittore peruviano che in ottobre è stato insignito del premio Nobel per la letteratura per il 2010. In corsa da anni, ma sempre «dimenticato» a vantaggio di altri autori, Vargas Llosa ha raggiunto il traguardo più prestigioso e più ambito per uno scrittore. E l'autore del «Paradiso è altrove» e «La città e i cani», che nella sua vita non è stato solo un romanziere ma anche un politico, ha riflettuto e coniugato su entrambi i temi della sua vita nella lezione pronunciata agli accademici.
L'elenco dei padri spirituali (da Flaubert a Faulkner, da Cervantes a Orwell passando per Balzac e Camus) si sposa con l'amore dichiarato per le nazioni e le città in cui ha vissuto. Con un'attenzione particolare per la Spagna (e Madrid) oltre al nativo Perù, afflitto da povertà e corruzione governativa. Luoghi che hanno influenzato lo scrittore lasciando tracce nella sua scrittura. Negli argomenti scelti. Perfino nel modo di trattarli. Ma la letteratura è importante per crescere. E maturare. L'esperienza della dittatura, per chi ha vissuto il clima rovente del Sudamerica, è un solco profondo che non può non lasciare una traccia indelebile. E così Vargas Llosa fa più di un riferimento sulla grande utilità della lettura per sconfiggere l'ignoranza e con essa il rischio di subire le manipolazioni di una classe politica con mire egemoni.
Ecco allora che scrivere significa creare una vita parallela dove trovare «rifugio dalle avversità, far diventare l'ordinario straordinario e lo straordinario ordinario». Ma soprattutto è la dimostrazione che la scrittura - come la lettura - è utile per creare una dimensione alternativa e dimostrare che la realtà non è soddisfacente.

Perché la letteratura mette in guardia contro ogni forma di oppressione, fa cadere le barriere che permettono all'ignoranza, alle ideologie e alla stupidità di dividere gli uomini. E ciò avviene su entrambi i versanti. Per chi legge e chi scrive. Elogio di una passione che consente di difendersi dal rischio di finire come piccoli strumenti in mano ai burattinai del Male.

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