Quando la fisica smonta le illusioni del benessere: la dieta termodinamica di Bressanini

Nel suo nuovo libro La dieta termodinamica (Mondadori), Dario Bressanini riporta l’alimentazione alla sua essenza scientifica: una questione di energia, non di fede

Quando la fisica smonta le illusioni del benessere: la dieta termodinamica di Bressanini

Mi ricordo la Festa della Scienza, ero sul palco con Giorgio Vallortigara a parlare dell’impossibilità di separare la mente dal corpo, o tenere un comizio contro le credenze, e in realtà di quell’evento mi ricordo poco e niente, ricordo solo che tra il pubblico, in prima fila, c’era Dario Bressanini, e la cosa mi sorprese perché io lo seguivo da tempo, lo amavo, era “il vostro amichevole chimico di quartiere”, come si definisce lui citando Spider-Man, e l’idea che fosse lì a ascoltare me, che di mestiere non faccio il chimico ma lo scrittore, mi sembrava un piccolo paradosso termodinamico, o meglio entropico, una dispersione inattesa di energia scientifica nella sala gremita da esseri umani, che in non amo particolarmente.

Dico questo perché Bressanini ha pubblicato il suo nuovo libro, La dieta termodinamica, edito da Mondadori (appena uscito è già un bestseller), e c’è qualcosa di meravigliosamente crudele nel titolo, perché in un’epoca in cui tutto deve emozionare lui scrive un libro che parla di calorie e di leggi fisiche e di trasformazioni dell’energia come se ricordasse a tutti che la realtà non si commuove e le diete non sono filosofie del corpo ma bilanci contabili: si ingrassa quando si introduce più energia di quanta se ne consuma, si dimagrisce quando succede il contrario, fine.

“Alla base di tutto c’è la fisica, è una questione di energia” dice quando gli chiedono il segreto delle diete e lo dice senza misteri e senza indulgenze. Attenzione: non è l’ennesima guerra santa contro i carboidrati o le proteine, anzi, Bressanini smonta la letteratura fantasy del benessere, le promesse immediatamente sazianti dei fuffa-guru che vendono scorciatoie con parole come detox o metabolismo lento o brucia-grassi e altre invenzioni per spillare soldi, mentre lui ripete che la termodinamica non fa sconti e che non esiste il trucco del secolo, “nessuna scorciatoia, nessun segreto”, e se proprio volete un verbo allora è contare, non pregare.

Sulle mode alimentari Bressanini è chirurgico: prende la chetogenica e ne riconosce l’effetto immediato sul peso, però spiega che gran parte è acqua che se ne va con il glicogeno e che sul lungo periodo i risultati si allineano a quelli delle altre ipocaloriche e aggiunge che non sappiamo davvero cosa succede dopo anni e che comunque “fa dimagrire, ma sul lungo termine non è salutare”, cioè non è la bacchetta magica che cercano gli adulti con la fretta dei bambini.

C’è il digiuno intermittente, il campione dei podcast e dei thread motivazionali: funziona quando riduce l’introito e smette di funzionare quando diventa una liturgia senza deficit, non è il ritmo dei pasti a fare i miracoli, è sempre il bilancio, anche quando il bilancio si nasconde dietro orologi e finestre metaboliche raccontate come se fossero porte segrete (al riguardo, da seguire su Instagram anche Gabriele Bernardini, di cui ho già scritto altre volte).

Nelle diete ormai sui social è pieno di intenditori, e più ce ne sono meno sono autorevoli, in altre parole meno si basano sulla scienza: ci sono le dottrine dell’insulina e dei picchi, quell’idea che ingrassi per colpa di un picco glicemico indipendente dalle calorie, a quel punto Bressanini sbuffa (o meglio chi lo conosce dai social leggendo il libro se lo immagina sbuffare), e ricorda che non siamo stufe e che i grassi non bruciano per suggestione linguistica e la parola energia ha un’unità di misura e non un intento morale, è scienza non catechismo.

Così, di capitolo in capitolo, smonta anche la tradizione del più comodo tra gli autoinganni, l’alimentazione come religione fai-da-te, la dieta alcalina e la dieta del gruppo sanguigno e la crudista e la fruttariana che suonano moderne e invece hanno la stessa struttura narrativa dei talismani, una causa semplice per un mondo complesso, e quando serve cita letteratura sul rischio di certe restrizioni spinte, con buona pace dei guru che vivono di eccezioni.

Tra l’altro i suoi libri, che ho tutti, hanno una funzione civile indiretta in questo mondo dove non si distingue più un’informazione scientifica da una farlocca: spiegano come si cercano le fonti e come si verifica un’informazione e come si riconosce la differenza tra ciò che è vero e ciò che è soltanto verosimile, che sembra niente e invece oggi è più sovversivo di qualsiasi nuova teoria del benessere con filtri pastello.

È per questo che lo ascoltano in molti, perché sanno quanto sia uno scienziato e non il solito nutrizionista da Tik Tok: Bressanini ti ricorda che siamo sistemi energetici che fanno i conti con la stessa legge che muove le stelle e il tostapane, non è poesia, è contabilità applicata al corpo, d’altra parte siamo fatti di molecole.

E io, che adoro Bressanini e adoro la razionalità, come sa chi mi ha letto, ho sempre avuto un problema con la termodinamica, soprattutto con la seconda legge, quella che dice che l’entropia aumenta e che tutto tende al disordine, alla fine di tutto. Fosse in nostro potere sarebbe una legge da abolire volentieri, perché è l’unica legge veramente totalitaria che conosciamo, e nessuno sembra accorgersene.

Siamo provvisoriamente vivi, e la termodinamica che ci tiene in vita prima o poi ci ucciderà. Ma seguendo Bressanini possiamo fare in modo che la nostra macchina termodinamica duri più a lungo, cosa che da grassi è difficile.

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