"Sarò tua madre e anche tuo padre. Ci bastiamo perfettamente, io e te"

L’incipit da paragonare a quello già conosciuto Simile all’apparenza ma non nella sostanza

"Sarò tua madre e anche tuo padre. Ci bastiamo perfettamente, io e te"

Devi sapere, anzitutto, che la mia mamma non mi voleva: perché non mi voleva nessuno. Ero incominciata per caso, in un momento di altrui distrazione. Perché non nascessi la mia mamma preparava ogni sera un bicchiere di sale inglese e poi lo beveva, piangendo. La bevve per quattro mesi, piangendo, chiusa in camera sua, prima di andare a letto. Poi, una sera, proprio mentre stava portando il bicchiere alle labbra, io mi girai nel ventre e con un calcio le dissi di non buttarmi via. La mamma allontanò di colpo il bicchiere e rovesciò il sale inglese nel vaso da notte. Così nacqui anch'io.

Se sia stata bene o male, io non lo so. Quando sono molto infelice penso che sia stato male e vorrei non aver tirato quel calcio. Quando sono felice penso che sia stato bene e mi congratulo quasi con me stessa. Il più delle volte sono infelice, la felicità è così equivoca, e sempre fatta di momenti brevissimi. Però, anche quando sono infelice non mi dispiace esser nata perché nulla è peggiore del nulla e non esser mai nati e la cosa più atroce del mondo. A me, vedi, non spaventa il dolore. Il dolore vien al monfallafallado con noi, cresce con noi, va accettato insieme alla vita. A me, vedi, non spaventa nemmeno la morte perché se uno muore vuol dire che è nato, che la grande avventura è toccata anche a lui: la morte fa parte della vita. A me, vedi, fa terrore il niente, qualcosa che non finisce e non incomincia, che non viene neanche pensato perché non c'è, non c'è mai stato, non ci sarà mai. L'idea stessa del niente mi riempie di gelo. Ho sempre odiato il silenzio, l'immobilità.

Stamani, era l'alba, ho saputo che c'eri. È stato nell'attimo stesso in cui gli ho visto aprire la porta, senza rumore, guardarsi intorno come un ladro che teme d'essere scoperto, poi scivolar via svelto svelto. Dalle finestre filtrava un chiarore denso, dorato. Il mio cuore pulsava in battiti sordi. E di colpo, con una certezza che non so ancora spiegarmi, ho saputo che c'eri.

Mi ha colto immediatamente una grande paura. E ho posato le mani là in fondo, a cercarti, a proteggerti, a chiederti scusa. E se a te nascere non fosse piaciuto? Se un giorno tu me lo avessi rinfacciato, gridato, come feci io con mia madre una volta che ero tanto infelice e pazza di rabbia le dissi perché m'hai messo al mondo, perché, te l'ho forse chiesto? Non scorderò mai il suo volto smarrito, umiliato, i suoi occhi spalancati dall'impotenza, la sua voce che balbettava ferita: credevo di fare bene. Devo essere sincera con te, figlio mio: per un momento ho pensato anch'io di buttarti via, non volerti. Ma poi la paura è passata, veloce com'era venuta, e m'ha invaso una tale allegria che avrei baciato l'aria. Commetterò questo abuso, se d'abuso si tratta. Voglio che tu nasca, che tu scappi dal nulla. La vita è bella anche quando è brutta, bambino, io non berrò il sale inglese, piangendo. Me lo ripeto mentre fisso la porta da cui tuo padre è uscito, senza una parola, un saluto, quasi non avessimo più nulla da dirci.

***

....Martedì 24 luglio

Devi sapere anche questo: non abbiamo mai avuto nulla da dirci. O assai poco. La gente crede che fra me e lui ci sia una storia d'amore. Quando ci vede insieme ci lancia occhiate, piega le labbra in un sorriso maligno.

Non immagina certo che io lo prendo per noia e lui mi prende per divertimento, per comodo. Io non sono la sola per lui, lui non è sempre il solo per me. O non più. All'inizio, quando sembrava che avessimo qualcosa da dirci, lo amavo. Forse. Ora no. Avevo deciso di non vederlo più, non mi aspettavo di vederlo stanotte. L'ho fatto entrare per gentilezza e perché il suo viso era bianco. Aveva bisogno di me perché aveva bisogno di qualcuno, ed io mi trovavo a due passi. Non è educato dire no ad un uomo che è stato importante per te. Anche un'ora, un minuto. Ma non vedevo l'ora che andasse. È un uomo senza dolcezza, senza fantasia. A letto è anche un uomo noioso. L'ho accolto per farla finita, perché se ne andasse più presto. O perché una volta mi regalò un fiore?

Tornata a casa misi il fiore in un libro pesante, perché seccasse e restasse. Poi me ne dimenticai. Era un fiore bianco, quando lo ritrovai era marrone. Sembrava una macchia di sudicio. Lo levai con dita schizzinose e lo buttai via. Non mi ha mai dato altro. Tutto avrei immaginato di lui fuorché il fatto che mi regalasse te.

Ho per lui una gratitudine pazza, forse dovrei ringraziarlo ma se lo ringrazio devo dirgli perché lo ringrazio. E lui non deve sapere, Non abbiamo bisogno di lui. Ci bastiamo perfettamente io e te. Io sarò tuo padre e tua madre, bambino. E se come padre non ti basterò, ti presterò il mio e vedrai che andrà bene lo stesso.

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