Letteratura

Saviano scorda quando era lui a censurare gli altri

Premesso che la censura di sinistra c'è sempre stata e questo non giustifica quella di destra

Ma Saviano scorda quando era lui a censurare gli altri

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Ma Saviano scorda quando era lui a censurare gli altri

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Premesso che la censura di sinistra c'è sempre stata e questo non giustifica quella di destra. È comunque una guerra da impiegati in carriera, eroi intellettuali non ne vedo da nessuna parte, in Italia ne ho sempre visti pochissimi. Tuttavia, come scrittore, ho subito molte censure. Non qui, l'unico giornale che mi ha dato sempre libertà totale, pur non essendo di destra ma neppure di sinistra, sono uno scrittore e come tale non ho partiti.

Comunque, sul caso censure, ho un aneddoto (che ho raccontato più volte pubblicamente, mai smentito, e ne dico uno su diecimila): quando Saviano era in Mondadori (la gallina dai Gomorra d'oro), mi fu detto dal direttore editoriale che non potevano prendermi, perché c'era un suo veto in seguito alle mie critiche. Nel frattempo, grazie ai miei articoli, portai uno scrittore molto di sinistra come Antonio Moresco a essere pubblicato per Mondadori. In ogni caso quando la politica entra nella cultura è sempre un male, perché dove c'è uno scrittore di destra e uno di sinistra non c'è uno scrittore, c'è sempre un aspirante carrierista, ma questo vale da entrambe le parti: il censurato è a sua volta censore, il vittimismo è a targhe alterne.

Iniziarono a pubblicare le mie opere solo dopo che Saviano lasciò la Mondadori. Lo stesso accadde con Scurati. Dal 1998, inoltre, non solo Repubblica è l'unico quotidiano sul quale non sono mai esistito come scrittore (neppure per stroncarmi), ma neppure citabile: accade una volta che l'astrofisico Nanni Bignami (oggi morto), collaboratore di Repubblica, scrisse un articolo in cui venivo menzionato. Scommisi con Bignami una cena che quella riga sarebbe stata cancellata. Indovina chi vinse la cena. Come da Fazio, indovina chi viene a cena? Sempre i soliti. Non solo mai uno di destra, ma neppure uno che non sia di sinistra, e in questo mi piacerebbe che i politici di destra cominciassero a inglobare i liberali, anticomunisti e antifascisti (perché non ho mai sentito neppure nella sinistra contemporanea dichiararsi «anticomunisti»). Prossimo 25 aprile? Come sempre nei miei social posterò la bandiera degli Stati Uniti.

Ps: quando iniziai a pubblicare per Mondadori, il Giornale mi affidò un romanzo di Saviano, La Paranza dei bambini, aspettandosi una stroncatura, e quello lo trovai bello, e ne scrissi benissimo.

Alessandro Gnocchi, capocultura del Giornale, mi disse ok, e non una riga fu cambiata.

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