L'euro Lucio in uno show che fa ascolti da Mondiali

Durante l'interpretazione, ha suonato l'armonica a bocca e nessun altro concorrente si era mai azzardato a suonare dal vivo

L'euro Lucio in uno show che fa ascolti da Mondiali
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Ci sono corsi e ricorsi. E i corsi di Lucio sono un buon segnale per la musica, specialmente ora, specialmente all'Eurovision Song Contest che, diciamolo, non è Woodstock e di musica ne ha sempre appoggiata poca sul bilancino della qualità. Lucio Corsi (foto) è arrivato quinto (grazie al voto delle giurie ma, attenzione, anche con il televoto non italiano) con una canzone d'autore che ha rotto gli schemi e diventerà un precedente impossibile da ignorare. Durante l'interpretazione, ha suonato l'armonica a bocca e nessun altro concorrente si era mai azzardato a suonare dal vivo. In più, la canzone è stata sottotitolata in inglese, forse la prima volta nella storia ultradecennale dell'Eurovision ex Eurofestival. «L'italiano è un rebus che mi piace affrontare» ha detto Lucio Corsi prima di salire sul palco ed è stato bello, oltre che giusto, che questo rebus fosse compreso anche in una gara con le canzoni cantate in 20 lingue diverse in una Europa che però comunica soprattutto in inglese. E poi Lucio Corsi, curioso ghirigoro fuori dal tempo, è arrivato sul palco della St. Jakobshalle di Basilea con una scenografia che ricordava la copertina di Rust never sleeps di Neil Young anno di grazia 1979, un disco fuori dalle orbite della Gen Z che ha espresso il vincitore austriaco Johannes Pietsch detto JJ, eroe controtenorile dai registri spiccatamente femminili.

Insomma, un ottimo risultato che fa il paio con quelli social televisivi, visto che la finale di sabato sera su Raiuno ha dominato Instagram, X e TikTok e ha raccolto un audience da Mondiale di calcio con il 34,2% di share e quasi 5 milioni di telespettatori che sono diventati 6 milioni e 235mila quando ha cantato Lucio Corsi. La conferma di un potere che la canzone d'autore credeva di aver perso da decenni.

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